Stoccaggio Co2, per Ravenna Eni guarda a Liverpool dove ha già l'ok

Più che in Texas, dove un impianto per lo stoccaggio di Co2 è stato chiuso, e in Norvegia, dove invece l’esperimento è riuscito felicemente ma a 200 chilometri al largo nel Mare del Nord, il vero sguardo per capire i prossimi passi riguardo allo stoccaggio di Co2 va rivolto verso Liverpool. Lì infatti Eni ha da poco ottenuto il primo permesso per l’esperimento di carbon capture.

I progetti nel Regno Unito

Nel Regno Unito si parla di questi progetti da tempo ma molti, lanciati negli ultimi vent’anni, sono naufragati in seguito all’incertezza sui fondi governativi. Tuttavia il governo conservatore inglese ha varato un programma ad hoc e Boris Johnson ha promesso un fondo da un miliardo di sterline per sviluppare entro il 2030 quattro linee di azione sulla carbon capture. Eni, che nel Regno Unito è presente in cinque aree produttive, ha ottenuto nell’ottobre del 2020 una licenza di sei anni per la realizzazione del progetto di stoccaggio di anidride carbonica che interessa un’area situata a Liverpool Bay in cui, come a Ravenna, si prevede di riutilizzare i giacimenti esausti di idrocarburi i e di procedere alla riconversione delle relative infrastrutture per lo stoccaggio permanente della Co2 catturata nell’Inghilterra nordoccidentale e nel Galles settentrionale. La presenza di Eni a Liverpool è simile a quella della multinazionale a Ravenna: i primi permessi risalgono al 1964, l’azienda partecipa attivamente a progetti di riqualificazione ambientale e prevede effetti positivi sull’occupazione dal progetto.

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