Startup innovative: Ravenna è seconda in Emilia Romagna

Ravenna

RAVENNA. Il settore delle startup innovative si conferma, anche per l’ultimo anno, un mercato florido. In particolare, i dati pubblicati su scala nazionale dalla Camera di Commercio, al termine degli studi statistici relativi al 2019, hanno rilevato un trend positivo per la provincia di Ravenna, con il numero di aziende d’interesse pari a 64, in crescita del 14,3% rispetto al 2018 e del 18,5% se si considera il biennio precedente.
In termini regionali, la nostra città è seconda solo a Parma. Cosa s’intende, però, quando si definisce una “startup innovativa”? Sempre secondo l’ente responsabile della stesura della presente econometria, una tale realtà imprenditoriale può ottenere lo status se «si tratta di una società di capitali costituita da meno di cinque anni, con fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro, non quotata ed in possesso di determinati indicatori volti all’innovazione tecnologica previsti dalla normativa nazionale vigente, con un oggetto sociale esclusivo o prevalente che abbia come obiettivo lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi ad alto valore tecnologico».

In Italia, di imprese che rispondono a questi criteri ce ne sono oltre 10mila e, del totale, quasi il 9% ci trova in Emilia-Romagna: una percentuale che permette alla Regione di fregiarsi della medaglia di bronzo della classifica nazionale, delineando il profilo del territorio come uno dei più intraprendenti e votati al progresso di tutto lo Stivale.
Tornando a mettere a fuoco Ravenna, poi, alcuni dei risultati più significativi sono stati ottenuti esaminando il corpus delle risorse umane che compongono le startup. Quasi l’11% delle imprese, infatti, è a prevalenza femminile, ovvero, le quote di possesso societarie e le cariche amministrative sono detenute in maggioranza da donne. Il 12,5%, invece, è a prevalenza giovanile, con dirigenza e quote in mano a persone di età non superiore a 35 anni. Infine, più o meno il 5% delle imprese è a titolarità straniera.
Per concludere, è stato riportato che il 18,8% delle aziende innovative ravennati è depositaria o licenziataria di alcune tipologie di privativa industriale, meglio conosciute come “brevetti”, mentre una su cinque viene identificata come “ad alto contenuto tecnologico”, cioè sviluppa e mette in commercio unicamente prodotti o servizi di distinto interesse in ambito energetico.

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