Sputnik, universitari sammarinesi “a rischio” in Italia

San Marino

Green pass Titano-Italia? La vera spada di Damocle è in bilico sopra le teste degli «studenti sammarinesi iscritti ad università italiane». Ad affermarlo è il segretario di Libera, Matteo Ciacci. Che a scanso di equivoci fa presente di aver sempre sostenuto che «la soluzione trovata con il Decreto italiano del 6 agosto, ossia la deroga del certificato verde fino al 15 ottobre, fosse un’ingerenza bella e buona dell’Italia su San Marino, non riconoscendo di fatto la campagna vaccinale e richiedendo in sostanza da metà ottobre una terza dose riconosciuta da Ema».

A stretto giro di posta, nella giornata di ieri, il Segretario di Stato all'Istruzione Andrea Belluzzi ha fatto sapere a San Marino Rtv che, insieme alle Segreterie Sanità ed Esteri, stanno lavorando al problema per trovare, nel minor tempo possibile, una soluzione. Inoltre a breve, ha anticipato Belluzzi, sarà avviata una campagna di vaccinazione con Pfizer rivolta agli studenti non ancora vaccinati.

Dall’opposizione Ciacci ha comunque evidenziato diverse criticità: «Spesso la deroga non viene riconosciuta in Italia, così diversi concittadini restano fuori da esercizi italiani, come farmacie, autogrill, ristoranti, terme e non solo, subendo una vera e propria discriminazione». E scendendo nei dettagli puntualizza: «La situazione più delicata e da affrontare con la massima priorità riguarda i nostri studenti».

Quindi il segretario di Libera si fa portavoce dei tanti giovani che gli hanno scritto «preoccupati perché la “validazione” del green pass al 15 ottobre non è sufficiente per coprire il tempo di permanenza all’università». Ma quali sarebbero i motivi di maggior apprensione? I contratti per affittare gli appartamenti si stipulano proprio in questo periodo, - segnala Ciacci - «per cui c’è il rischio di firmare un contratto per un anno, senza la certezza che si possano poi prendere il treno o i mezzi in città ed andare a lezione, perché in Italia chiedono il pass e il nostro non lo accettano». Più che semplici grattacapi, una bomba ad orologeria, dunque, che sarebbe frutto di «ricatti politici fra Paesi». Perciò alla luce dei tanti punti interrogativi, Libera assicura che continuerà ad ascoltare gli studenti, ma anche «a sensibilizzare fin dal prossimo Consiglio, perché sia trovata al più presto una soluzione».

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