Volley donne, il coach cesenate Abbondanza trionfa anche in Corea: “I tifosi avevano noleggiato un camion con un messaggio dove si chiedeva di licenziarmi”

Un trofeo in valigia, un biglietto di sola andata per Istanbul e un’avventura sportiva entrata nella storia. Così si chiude il capitolo coreano del tecnico cesenate Marcello Abbondanza, che ha guidato le Heungkuk Life Insurance alla conquista della V-League 2024-25, scrivendo l’ultimo glorioso atto insieme a una leggenda del volley mondiale, Kim Yeon-Koung.
Dopo tre finali consecutive, il tecnico romagnolo è riuscito nell’impresa: portare il club al quarto titolo assoluto della sua storia e regalare alla capitana l’addio perfetto, con la coppa in mano e il titolo di Mvp.
«Era la nostra ‘the last dance’, l’avevamo chiamata così. Le avevo promesso che avremmo vinto insieme prima del suo ritiro e questa volta ce l’abbiamo fatta» racconta Abbondanza, emozionato.
E pensare che all’inizio della stagione nessuno avrebbe scommesso un centesimo su di loro. «Non avevamo grandi nomi, giovani sconosciute e un draft che ci aveva penalizzati. Eravamo dati per decimi. In pochi credevano in noi, ma io ho voluto cambiare tutto: sedici giocatrici nuove, fame di imparare e tanta voglia di lottare. Così siamo diventati squadra».
Il percorso è stato esaltante: 14 vittorie consecutive all’inizio, una regular season dominata e una finale al cardiopalmo chiusa in garacinque davanti a oltre 6.000 spettatori. Decisiva ancora una volta Kim Yeon-Koung: 34 punti, 7 muri e una prestazione da incorniciare. «È la più grande giocatrice della storia della pallavolo coreana - afferma il coach - quello che ha fatto nell’ultimo set in difesa e a muro parla per lei. Merita ogni applauso».
Ma non tutto è stato semplice. «All’inizio mi volevano fuori - confida Abbondanza - dopo la sconfitta in Coppa, i tifosi arrivarono a noleggiare un camion pubblicitario con un messaggio in cui chiedevano il mio licenziamento. Ora che abbiamo vinto, mi aspetto almeno un ‘mi dispiace’. Anzi, magari un bel camion pieno di scuse».
Le difficoltà non sono mancate nemmeno fuori dal campo. «La Corea mi ha insegnato tanto ma vivere qui da straniero non è facile. È un Paese chiuso, poco tollerante verso chi arriva da fuori. Gli arbitri mi criticavano persino per come mi esprimevo in panchina. Ma ho resistito, ho sempre stretto i denti. Ho aspettato dieci mesi per vedere i frutti, e adesso posso dire che ne è valsa la pena».
Ora il sipario si chiude. Abbondanza lascia la Corea dopo tre stagioni intense, piene di sfide e di soddisfazioni, ma non ha ancora deciso il prossimo passo, anche se tante voci lo danno sulla panchina del Fenerbahce, uno dei club più solidi e forti del mondo. «Non ho firmato con nessuno. Domani torno a Istanbul dalla mia famiglia, poi si vedrà».
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