Si è tenuta giovedì sera al teatro Romolo Valli di Reggio Emilia la consegna al tecnico della nazionale femminile Julio Velasco del premio “Allenatore dell’Anno” dedicato alla memoria dell’indimenticato dirigente ravennate Giuseppe Brusi, che prima della sua scomparsa ha fortemente voluto l’allenatore argentino alla guida della nazionale femminile.
Il premio è stato consegnato al Ct azzurro dai familiari di Giuseppe Brusi, la moglie Rina e la figlia Barbara. La serata, che è stata organizzata dalla regione Emilia-Romagna, dal comune di Reggio Emilia, dalla Fondazione Teatri di Reggio Emilia e dalla federazione italiana pallavolo, ha visto sul palco il commissario tecnico che in due anni ha regalato all’Italia femminile il primo titolo olimpico (a Parigi nel 2024) e un campionato del Mondo (2025), intervistato dal direttore di Rai Sport Iacopo Volpi, grande amico della famiglia Brusi.
Velasco si è rivolto soprattutto ai giovani presenti. «Noi adulti pensiamo sempre che i nostri tempi erano migliori, ma non è così: lo erano solo perché in quel momento noi eravamo giovani. Ogni generazione ha le sue caratteristiche e deve vivere il suo tempo e chi è adulto deve mettersi in gioco senza remore, presentandosi in modo autentico per risultare credibile».
Ripercorrendo la sua carriera, Julio Velasco ha raccontato il motivo che l’ha spinto a tornare sul campo: ha ricordato che, nonostante tutte le esperienze professionali, rimane un allenatore. Il Ct ha ricordato inoltre come sia stato importante lavorare in Federazione come direttore tecnico del settore giovanile maschile, incarico che ha preceduto la chiamata della nazionale femminile con la quale in due anni ha vinto tutto.
Ha poi concluso il suo intervento raccontato quanto per un allenatore sia importante trasmettere calma a chi è in campo, lasciando invisibili (come avviene per un attore comico quando entra in scena) dubbi, ansie e incertezze. La serata si è poi conclusa con la consegna del premio in memoria di Giuseppe Brusi.