Tennis, Lucia Bronzetti: «È stato un 2023 difficile, ora il mio sogno sono le Olimpiadi»

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Lucia Bronzetti, numero 61 del ranking Wta, che voto darebbe al suo 2023 che si sta per concludere?

«Io darei a quest’annata un 7, perché è stato un anno indubbiamente difficile per me. Il 2022 era stato il primo anno tra le prime 100 del mondo, confermarsi a questi livelli non era facile ma era la mia priorità e ci sono riuscita. Ho però passato una prima parte di stagione complicata ma sono comunque riuscita a riprendermi con la bella vittoria nel Torneo di Rabat. La seconda parte della stagione è invece andata molto bene. Ho chiuso con un’ottima trasferta in Cina e nel complesso posso dire che è stato un 2023 pieno di emozioni, con alti e bassi, ma sono soddisfatta come sono andate le cose».

Come inizierà il suo 2024?

«Parto il 26 dicembre per l’Australia. Quest’anno non farò la United Cup, perché gioca solo la prima delle iscritte, quindi Jasmine Paolini. Io avrei dovuto fare la riserva, ma preferisco giocare, quindi appena usciranno le liste deciderò se spostarmi in Nuova Zelanda per prendere parte al Wta 250 di Auckland o se giocare Wta il 500 di Brisbane. Di sicuro, giocherò poi a Hobart in Tasmania e infine andrò agli Australian Open».

Come sta finendo il 2023?

«Ho giocato il campionato di serie A2 a squadre per il Tc Genova: siamo arrivati alla finale dei play-off, giocandoci la promozione contro il Tc Cagliari (dove milita la riccionese Alessandra Mazzola, ndr). In Sardegna era finita 2-2 (con Bronzetti sconfitta da 5-7, 6-0, 6-1 da Nuria Brancaccio, ndr), a Genova invece siamo state sconfitte 3-1 e purtroppo la promozione è sfumata».

Questi ultimi mesi sono stati concentrati su un intenso lavoro tecnico e fisico nell’Accademia dei fratelli Piccari ad Anzio, in che direzione avete lavorato?

«Sì, in questo periodo stiamo lavorando tanto tecnicamente per cercare di migliorare, in particolare abbiamo lavorato sui miei punti deboli. Partendo dal rovescio, che gioco piatto: faccio fatica a dare le rotazioni su quelle palle diverse da un’altezza media. Poi abbiamo lavorato tanto sul servizio, sulla manualità, sul gioco a rete, il tutto nell’ottica di un potenziamento generale».

Quali sono stati i picchi negativi e quelli positivi di questa stagione?

«Per il punto più basso direi la trasferta in Messico, a febbraio dopo gli Australian Open non è stato un momento facile, per il momento più alto non ho dubbi, la vittoria nel torneo Wta di Rabat, è il periodo che ricordo con più gioia».

Avverte anche lei, da giocatrice, che intorno al movimento italiano si è accesa la luce di una grande popolarità?

«Indubbiamente, per il tennis italiano è un bel momento, il maschile ha giocatori di classifica più alta, noi però abbiamo fatto un’impresa che è anche più grande rispetto alla vittoria in Davis con la finale in Billie Jean King Cup, nessuno se l’aspettava che arrivassimo in finale, è un gruppo molto unito, solido, forte. Tra di noi siamo molto amiche, è un gruppo molto legato, che si è unito ancora di più dopo la settimana in Billie Jean King Cup, ora c’è un grande affiatamento anche a livello di rapporti umani».

Vi siete strette attorno alla vostra capitana, Tathiana Garbin, operata due volte negli ultimi mesi per una rara forma di tumore, se la sente di raccontare qualcosa?

«Io e le altre ragazze sentiamo Tathiana ogni giorno, il giorno prima dell’operazione siamo andate a trovarla in ospedale a Pisa, mi sono informata e il secondo intervento chirurgico è andato bene. Ora le auguriamo di stare bene e che non ci siano recidive, le siamo vicine».

Cosa le piacerebbe vincere nel 2024?

«Non ho in testa un risultato particolare, per la verità, sono una giocatrice che ancora deve migliorare tanto e credo di avere un buon margine di miglioramento a livello tecnico. Non mi voglio porre limiti, ci vuole anche pizzico di fortuna, diciamo che mi piacerebbe andare il più avanti possibile in un torneo del Grande Slam».

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