Tennis, Ct Massa, uno scudetto che fa rima con passione e programmazione

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ALESSANDRO GIULIANI

Il miracolo dello scudetto targato Ct Massa è un film a lieto fine che, come tutti i film, si può suddividere in un due tempi. La salvezza impossibile dell’anno scorso, ottenuta con una squadra senza i due giocatori più forti, Giulio Zeppieri e Francesco Forti, e l’impresa di quest’anno quando, con una formazione finalmente al completo, è arrivato il titolo tricolore.

Il cesenaticense Francesco Forti è l’anima romagnola, con il forlivese Jacopo Bilardo, della formazione massese: «Aver vinto la serie A con questa squadra di amici e di persone stupende ovviamente ha un valore aggiunto per me e sono contentissimo. Non sempre abbiamo la possibilità di giocare competizioni a squadre ed io ho la fortuna di farlo in una squadra dove siamo tutti molto amici, passiamo molto tempo insieme e non smettiamo mai di ridere, quella è la parte più importante».

Deus ex machina dell’operazione scudetto è, insieme al presidente Giorgio Errani, lo storico dirigente Fulvio Campomori, che è commosso: «I ragazzi hanno fatto qualcosa di pazzesco. Un sogno che si realizza dopo dieci anni. Bravi a tutti; il risultato è il frutto dell’impegno, della passione e del cuore che hanno messo quando sono scesi in campo. La società, da parte sua, ha cercato di assecondare le ambizioni agonistiche, rendendo disponibili maggiori risorse economiche rispetto a quanto era stato inizialmente pianificato. Abbiamo così ottenuto una perfetta comunione di intenti. Si è creato un senso di unità e collaborazione – continua Campomori - verso un fine comune ancora maggiore. Il gruppo, ancora una volta, ci ha consentito di fare la differenza. Un grazie particolare va a Michele (Montalbini, ndr), vera anima di questa squadra, profondo conoscitore del mondo del tennis e delle sue dinamiche, e grande motivatore. Voglio poi ringraziare per la dimostrazione di affetto che mi hanno rivolto tutti insieme i giocatori e che ha coinvolto anche i tifosi; quando, in campo, durante la premiazione, hanno urlato il mio nome, in quel momento come dice Michele in effetti, una piccola lacrimuccia è scesa».

Ha gli occhi lucidi, e non potrebbe essere altrimenti, Giancarlo Pagani che con la sua Oremplast ha sempre sostenuto il progetto tecnico del Ct Massa, che sul campo dello Stampa Sporting ha voluto abbracciare uno per uno tutti i protagonisti di questa emozionante cavalcata. «Diventare campioni d’Italia di uno sport come il tennis in cui il nostro Paese sta dettando legge in ambito internazionale è qualcosa che mi dà i brividi - riconosce parlando un po’ da sponsor ma soprattutto da tifoso - Anche perché il nostro è un percorso iniziato oltre venticinque anni fa partendo dalla serie D e solo dei sognatori potevano porsi come obiettivo quello di arrivare in serie A, dove poi siamo rimasti davvero a lungo, fino a culminare con questa apoteosi che non potremo dimenticare. Fedeli al motto che non ci sono limiti ma solo ostacoli da superare, abbiamo puntato a migliorarci passo dopo passo, senza mai farne uno più lungo della gamba – sottolinea Pagani - e dando sempre priorità ai giovani. E quando siamo caduti, sportivamente parlando, ci siamo sempre rialzati, per poi crescere ed essere più forti di prima. Questo è lo straordinario valore dello sport, una vera metafora della vita. In questo successo straordinario c’è una parte di merito di tutti coloro che in questo lasso di tempo hanno dato il loro importante contributo, chi sul campo, chi in ambito dirigenziale e pure chi si è prodigato per far sì che Massa Lombarda avesse un impianto idoneo per il massimo campionato, senza dover traslocare in altre località, un impianto frutto dello sforzo comune e della splendida sinergia fra pubblico e privato, e che in quanto di proprietà comunale resterà alla città per le generazioni future. Anche per questo mi piacerebbe che tutta la comunità fosse orgogliosa di questo risultato e della visibilità che ha a livello nazionale».

E adesso spazio ai festeggiamenti con una serata speciale che si terrà prima di Natale.

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