Superbike, via in Australia: Rinaldi va a caccia dei tre "tenori"

Moto

Dopo tre lunghi mesi di pausa, si torna a fare sul serio. Nel fine settimana alle porte infatti scatterà ufficialmente la stagione 2023 del mondiale Superbike, che promette di essere a dir poco scoppiettante. I motivi d’interesse del resto non mancano, ad iniziare dalla lotta per il titolo, che potrebbe nuovamente riguardare il magico trio formato da Alvaro Bautista, Toprak Razgatlioglu e Jonathan Rea, con lo spagnolo di casa Ducati nei panni del favorito, non solo in virtù del numero uno impresso sulla carena. Alvaro infatti ha dimostrato di essere migliorato ulteriormente rispetto alla passata stagione, dimostrandosi sin dai primi test – concisi con il debutto della nuova Panigale V4R – molto rapido sia sul passo che sul singolo giro, a fronte invece delle difficoltà riscontrate dai rivali. Razgatlioglu e Rea infatti sono stati sì veloci, ma anche alle prese con i pochi progressi compiuti dalle proprie moto, con Kawasaki incapace di ottenere – con l’omologazione del nuovo modello – 500 giri in più e Yamaha che – oltre ad un nuovo forcellone – ha presentato ben poche novità degne di nota. Tutto molto diverso rispetto al pianeta Ducati, sul quale è pronto far sentire la propria voce Michael Ruben Rinaldi. Se c’è attualmente un pilota in grado di impensierire i primi tre infatti pare essere proprio il romagnolo, tra i più brillanti nei test e proprietario di una nuova consapevolezza, frutto anche della scelta di affidarsi allo stesso preparatore di Bautista, coadiuvando questo ai consigli di una futura MotoGp Legend come Andrea Dovizioso. «Mi sento diverso: quando non raggiungi certi risultati hai due possibilità, chiuderti in te stesso o cercare di capire cosa non va per migliorare. Ho scelto la seconda opzione. Il livello della Superbike è altissimo, quindi non è facile nemmeno capire dove lavorare per fare quell’ultimo passo in avanti, ma sono arrivato ai test in una condizione generale migliore del previsto». L’obiettivo non può che essere il podio, per poi magari – più avanti – sognare in grande. «Non voglio fare proclami. Rimanere in lotta per il titolo fino alle ultime gare sarebbe un ottimo risultato: per farlo dovrò essere la versione migliore di me stesso in ogni occasione». Per quanto concerne la pattuglia italiana occhi puntati su Petrucci e Bassani, in momenti diametralmente opposti delle rispettive carriere ma uniti nel desiderio di essere il miglior pilota indipendente.

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