MotoGp, Bezzecchi rinato e in fiducia ricorda il Dovizioso del 2017

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Marco Bezzecchi come Andrea Dovizioso nel 2017? Chissà che la storia dei due romagnoli non sia simile e il 2025 dello scorpione di Viserba si trasformi in una cavalcata da mondiale o “quasi”.

Tracce di storia passata

A fine 2016 arriva in Ducati un certo Jorge Lorenzo e Dovizioso si trova a fare il gregario assoluto. Nelle prime cinque gare 2017 è discreto, per poi inanellare due successi e dopo altri tre Gp da piazzato, altre due vittorie, poi un 3° posto, un 7°, altri due successi, un altro terzo e un nuovo primo, per poi chiudere con il ritiro di Valencia e il secondo posto alle spalle di Marc Marquez. Il tutto mentre il campionissimo spagnolo non capisce un “tubo” di come si guida la Gp17 e ci arriva solo a metà del 2018, con l’aiuto di un insegnante di sostegno speciale, Michele Pirro.

Da gregario il Dovi diventa un big e centra tre secondi posti assoluti di fila. Anche Bezzecchi viene preso a fine 2024 come gregario di un altro Jorge, questa volta Martin, neo campione del mondo. Come Dovizioso, si trova investito del ruolo di prima guida, non perché Lorenzo si fosse infortunato come accaduto a Martin, ma perché non andava.

Come il forlivese ottiene una grande vittoria dopo una serie di gare discrete da piazzato e alcuni errori. Possiamo sperare in un risveglio del viserbese come fu quello del forlivese?

Similitudini caratteriali

Fra Marco e Andrea non esistono proprio: il primo vulcanico e istrionico, un vero folletto del paddock, sempre pronto a strappare un sorriso; il secondo metodico, preciso e analitico, spesso quasi assente per questo, invisibile (nella sua autobiografia Dovi ammise che Luca Cadalora lo paragonò “al colore dell’asfalto”, perché la gente non lo vedeva proprio e quello diventò il testo del libro). Marco non è assolutamente così, ma in questo 2025 anche lui ha iniziato la stagione come gregario di un Jorge spagnolo titolato e attesa prima guida, anche lui si è trovato con i gradi di capitano perché il compagno era in difficoltà e anche lui ha centrato un’entusiasmante vittoria e tiene su la “baracca”.

Adesso viene il bello

O il difficile. Certo ne servono altre di soddisfazioni così, ma il ghiaccio è rotto e questo darà serenità a pilota e ambiente. Servono successi a Massimo Rivola, al capotecnico Fabiano Starlacchini, al collaudatore Lorenzo Savadori ed a tutti gli uomini di Noale che stanno lavorando come matti e servono anche a Martin che è un guerriero, ma che si è trovato ko in un avvio di stagione che avrebbe abbattuto la forza di volontà di un gorilla dalla schiena argentata ed è spaurito e in cerca di soluzione.

Speriamo che questo possa dare entusiasmo anche a lui e a tutto l’ambiente. Bezzecchi ora c’è, come direbbe Guida Meda e c’è alla grande. Negli ultimi due-tre Gran Premi aveva fatto dei piccoli errori, probabilmente proprio per la voglia di cercare un risultato a tutti i costi e la pressione che avvertiva attorno a sé: con Martin fuori dai giochi, Savadori impegnato a sviluppare nuovi pezzi anche in gara, Ogura ottimo debuttante, e un Raul Fernandez che continua a andare a singhiozzo, l’àncora di salvezza della Aprilia è lui, proprio come lo fu Dovizioso per Ducati in quel 2017 entusiasmante.

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