Motociclismo, il presidente federale Copioli: "Fidatevi, il movimento è in salute"

Moto

Giovanni Copioli è uno dei due vice-presidenti della Federazione internazionale di motociclismo. Un ruolo che il riccionese, già presidente della Federazione tricolore, ha ricevuto ieri mattina.


Presidente un bel riconoscimento quello di vice?


«Per la nostra federazione e per me è un grande risultato, mi fa piacere essere al fianco del riconfermato presidente Jorge Viegas. La decisione è stata presa nella riunione del board (il gruppo dirigente che affianca Viegas ai vertici Fim, ndr), composto da sei membri eletti dai rappresentanti delle cento federazioni presenti a Rimini, oltre ad altri elementi, uno per ogni continente. Ero già nel board, ma per la prima volta sono vice-presidente, un onore».


Dovrà aggiungere altri impegni alla sua attività?


«Dedico alla federazione già il 95% del mio lavoro; la mia attività di avvocato è ridottissima. Mi impegno al massimo».


Una serie di riconoscimenti che promuovono il suo lavoro e il suo rapporto con Viegas?


«Fra noi non c’è solo amicizia, ma un rapporto di stima».


Rimini, per questa settimana, è diventata la capitale mondiale del motociclismo, un altro traguardo importante?


«È la prima volta che gli “Fim Awards” si svolgono in Italia e questo è un risultato straordinario non solo per l’indotto economico, ma anche un riconoscimento per l’Italia, l’Emilia Romagna e la Motor Valley. Nella serata di gala abbiamo avuto come ospiti il presidente della Regione, Bonaccini e il presidente del Coni, Malagò».


Lo sport motociclistico va a gonfie vele?


«Tra i premiati c’erano Pecco Bagnaia per la MotoGp e Andrea Verona per la Enduro Gp. Nella Sei giorni di Enduro abbiamo ottenuto ottimi risultati. Ci occupiamo anche di sicurezza e protezioni per garantire il massimo per gli appassionati e gli utenti che vanno in moto, senza dimenticare l’ambiente».


Proprio mentre tocchiamo il cielo con Pecco, vediamo che i nostri giovani faticano a seguire le sue orme. Perché in Moto2 e soprattutto in Moto3 nel 2023 abbiamo pochi talenti?


«Credo ci siano cicli storici. Anche dopo Valentino abbiamo atteso tempo per esultare con Bagnaia, ma la federazione lavora a livello di base per mantenere elevato il nostro vivaio».


L’Academy Vr46, il Gresini Racing e il Sic58 si sono occupati di lanciare tanti piloti italiani nel mondiale (Bagnaia, Morbidelli, Bezzecchi, Bastianini, Di Giannantonio, Arbolino, Vietti e Foggia) ora le prime due hanno mollato la Moto3, nel caso di Vale anche la Moto2 ceduta alla Fantic: si rischia di interrompere un percorso vincente?


«La Federazione lavora a livello del sostegno ai giovani, alla base. Quest’anno in Moto3 arriva Filippo Farioli, dopo essersi distinto nella Red Bull Rookies Cup. Alberto Surra lo abbiamo supportato con una “borsa di studio” nel 2022, ha avuto un brutto infortunio e le cose sono stati complicate. Pini ha vinto la Talent Cup, Buono la MiniGp. Seguiamo un totale di 90 giovani piloti in tutte le discipline. La Fantic, diretta da Mariano Roman, ha un ottimo rapporto con la nostra Federazione, è un’azienda che sta ottenendo grandi risultati di mercato e ha fatto una grande operazione, entrando in Moto2. Ma non dimentichiamo i risultati nell’Enduro, non solo con Verona che è eccezionale: a 23 anni ha già vinto sei titoli mondiali fra assoluto e di classe, ma anche con altre promesse, o nel trial dove siamo arrivati secondi dietro la Spagna del marziano Bou al “Nazioni”, nella femminile siamo stati terzi e nel Challenge dei giovani primi. Nel cross Toni Cairoli può aiutare i piloti italiani a crescere, è un nostro tecnico. Siamo in salute».

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