Melandri: «Bezzecchi adesso è l’unico che può battere Marc Marquez» VIDEO


Marco Bezzecchi può essere l’unico avversario di Marc Marquez. Al momento. Alex Marquez è forte ma tutti l’hanno sempre solo considerato “il fratello”. Pecco Bagnaia è stato portato dalle stelle alle stalle. Enea Bastianini dovrebbe salire su una Aprilia e a Noale dovrebbero lasciare andare via Martin: un pilota senza motivazione è un progetto perso. Marco Melandri non ha peli sulla lingua, come sempre, e regala una visione della MotoGp originale e molto analitica. Il ravennate al Mwc “Marco Simoncelli” ha partecipato al ProDay di V Moto, con altre ex come Lorenzo, Capirossi, Lucchinelli, Roccoli, e piloti attuali come Pirro, Rinaldi, Savadori e Bezzecchi.
Com’è ritrovare l’emozione di scendere in pista?
«E’ stata una giornata bellissima. Sono tornato a combattere con Capirossi, Lorenzo e tanti amici. Abbiamo visto da vicino Bezzecchi che ci ha passato. Quindi è stato divertente, un po’ come tornare indietro di vent’anni, con battaglie con il sorriso. Bello poi vedere la nuova generazione da vicino, vedere come guida Bezzechi, sono sfinito ma mi sono divertito».
Si aspettava un Marc Marquez così forte e un Pecco Bagnaia che sarebbe crollato in questo modo?
«La realtà non è che è crollato, sta andando come andava lo scorso anno. Il problema è che Marc va più forte e lui per cercare di andare più forte ha bisogno di migliorare da qualche parte e non ci riesce. Lo si è portato talmente tanto alle stelle che ora lo si mette nelle stalle: ci vuole una via di mezzo. Se tu togli i fratelli Marquez, Pecco vincerebbe quasi tutte le domeniche, quindi per cercare di aumentare il passo, da qualche parte deve migliorare. Lui crede di doverlo fare in frenata: ha la possibilità di guardare anche i dati di Marc e sa esattamente dove doverlo fare, ma per una serie di circostanze non ci riesce».
Cosa può fare la Ducati per aiutarlo?
«Questo non lo so, ma quando tu guardi i replay, Marquez aggredisce molto la frenata con il posteriore e la moto sta sempre con la ruota attaccata a terra. Pecco, invece, è molto aggressivo sul freno anteriore e trasferisce tanto carico davanti, con la ruota posteriore che si alza. Fermare una moto con una ruota sola è più difficile che con due. E’ un insieme di cose, cambiare stile di guida non è semplice e non è così naturale, d’altra parte se vai a cercare di cambiare la moto in quella fase magari vai a peggiorarla in altre situazione, tipo far chiudere la linea».
Alex Marquez appare davvero molto cresciuto, se lo aspettava così?
«Lui è sempre stato forte perché in Moto3 e Moto2 lui li batteva i vari Bagnaia, Bezzecchi e Martin. E’ un pilota che ha vinto due mondiali. Il problema è che, per quanto forte sia, è lo è davvero, sarà sempre il fratello di Marc. Rispetto allo scorso anno l’unica differenza è la moto: questa è molto vicina alla Gp25: funziona, si trova bene e riesce a guidare in maniera solida».
Aprilia e Marco Bezzecchi sono reduci da un doppio podio a Assen, come li vede?
«Stanno crescendo e mi piace, anche in qualifica che era il loro punto debole ed è molto importante partire davanti. Mi piace il modo in cui Marco sta in sella, guida molto bene ed è preciso. Ad oggi sembra l’unico in grado di poter lottare con Marc Marquez ad armi pari».
Pedro Acosta, invece, cosa potrebbe in sella ad una Ducati Pertamina Vr46?
«Bisognerebbe vederlo su una moto del genere. La sensazione è che in Ktm ci sia molto caos. Sicuramente chiunque vuol cercare di scappare da lì: l’azienda è stata salvata, ma non credo che potrà tornare allo stesso punto di prima. Acosta è un talento, però finché non lo vedi su un’altra moto è difficile capirne veramente il potenziale».
Scapperebbero tutti tranne Maverick Viñales che sembra trovarsi molto bene.
«Anche perché ormai è già stato in tutte le altre squadre e non si è lasciato bene, quindi: o lì o lì, non ha tante alternative».
Enea Bastianini in arancione fatica.
«L’ho visto male sulla Ktm sembra guidare un hovercraft (veicolo che poggia su un cuscino d’aria e si muove grazie a eliche posteriori ndr) vedi che non ha confidenza e non sente le gomme a terra. Quando è così, giri veramente in un vortice e non vedo via d’uscita, per quanto possa a volte fare un pochino meglio, la realtà è quella: quando non c’è confidenza non c’è nulla da fare. Mi piacerebbe vederlo sull’Aprilia».
Proprio su quella Aprilia dove Jorge Martin pare non voler stare: come vede la questione?
«Da fuori siamo tutti bravi a giudicare. Da pilota dico che se lui ha capito che non c’è feeling con la moto, comunque anche se fosse la moto migliore del mondo, ma non gli dà quelle sensazioni di cui ha bisogno, è inutile andare avanti. Un pilota senza motivazioni e tenuto lì per forza è un progetto perso in partenza».