Football Americano, Marco Masi entra nello staff della nazionale italiana

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Dando un’occhiata alla più recente lista della Fidaf, tutti gli appassionati di football americano imolesi si saranno accorti di un’importante aggiunta tra i coach della nazionale maggiore. Marco Masi, ex giocatore e in passato allenatore dei Ravens di Imola, è infatti stato convocato nel coaching staff della nazionale italiana dal capo allenatore Brian Michitti, diventando così il primo imolese nella storia di questo sport ad essere convocato nello staff degli azzurri.

Un record che Marco aveva già assaggiato da giocatore, ottenendo il posto in nazionale come primo imolese: «Per uno che ha dedicato tutta la sua vita, prima da giocatore e poi da allenatore di football americano, la chiamata in nazionale è il punto d’arrivo più alto a cui si possa ambire. Ci metto tanto impegno ma ammetto che sia stata inaspettata anche per una questione di età, avendo solo 36 anni e dato che lo staff di una nazionale solitamente è formato da figure più esperte. - dichiara Masi - Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di lavorare e fare bene con squadre importanti. Probabilmente questo passaparola è arrivato alle orecchie di coach Michitti che ha deciso di convocarmi per fare un colloquio durato tre ore e chiamarmi pochi giorni dopo per comunicarmi l’entrata nello staff della nazionale. È bellissimo perché diversi anni fa si parlò molto del fatto che io fossi il primo imolese ad essere convocato in nazionale come giocatore, ed esserlo anche da allenatore è gratificante».

L’avventura in azzurro di Masi inizierà tra due settimane al raduno della nazionale che si terrà al Guelfi Sports Center di Firenze, in preparazione alle ultime partite di qualificazione degli Europei: «Non ho ancora avuto la possibilità di parlare con i giocatori ma ne abbiamo convocati 91 per il nuovo ciclo della nazionale che inizierà il 10 e 11 febbraio tra qualche faccia nuova e alcuni a cui abbiamo dato una seconda chance - afferma il tecnico imolese - Con lo staff invece stiamo lavorando tanto sotto la guida di coach Michitti, un impegno che mi porta a stare almeno dodici ore a settimana in videochiamata o con fogli condivisi davanti al computer. Non ci si rende conto di quanto uno che fa sport in modo professionale, ma da amatore, debba sacrificare del tempo alla famiglia e se al tuo fianco non hai una persona che ti supporta nel condividere questa passione tutto questo non sarebbe possibile, per cui un grande ringraziamento va a mia moglie e ai miei figli che sono quelli più messi a dura prova».

Un movimento quello del football americano che si sta sviluppando sempre di più in tutta la penisola: «Il football americano è uno sport che piace per diversi motivi, dall’uso dell’attrezzatura alla spettacolarità di certi gesti atletici passando per la tattica, tant’è che il Superbowl, numeri alla mano, è l’evento più seguito al mondo. In Italia però la gente non lo vedeva se non nei film e di conseguenza si faceva molta fatica ad appassionarsi. Adesso grazie ai social e un lavoro molto importante da parte della federazione, che nel frattempo investe parecchio nelle nazionali senior, Under 19 e Flag Football, stiamo tornando a farci vedere e sicuramente avere dei buoni risultati in nazionale dà una decisa potenza mediatica e porta tanti ragazzini a provare questo sport».

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