Il patron del Tour de France: “Mai nella storia una prima tappa come la Firenze Rimini”

Ciclismo

Il menu del Tour 2024 è completo. Dopo l’antipasto italiano, che era stato presentato quasi un anno fa, il prossimo percorso della Grande Boucle è stato completamente svelato ieri a Parigi. E si tratta di un’edizione speciale con la prima partenza dall’Italia nella storia e con l’arrivo finale che non sarà a Parigi, come è sempre avvenuto, ma a Nizza per evitare problemi di concomitanza con le Olimpiadi del 2024. E a Nizza, sicuramente la più italiana delle città francesi, il Tour potrà permettersi il lusso tipico del Giro d’Italia con tutte le tappe alpine a ridosso del traguardo finale e con l’epilogo che sarà a cronometro da Montecarlo alla città natale di Garibaldi (34 km).

L’antipasto italiano

Per la prima volta dunque il Tour partirà dall’Italia e lo farà nel nome dei suoi campioni a 100 anni dalla prima vittoria azzurra targata Ottavio Bottecchia (1923). Un Tour che unisce Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte e conseguentemente le maglie gialle di Gino Bartali (1938 e 1948), Marco Pantani (1998) e Fausto Coppi (1949 e 1952). È toccato a Stefano Bonaccini, per rimarcare il ruolo centrale dell’Emilia-Romagna nel progetto, il compito di introdurre la grande partenza italiana ed evidenziare la storicità dell’evento. Una missione francese di pura visibilità, visto che le tappe italiane erano state presentate quasi completamente. Il “quasi” riguarda la quarta tappa, che rappresenterà il passaggio tra Italia e Francia e di cui si conosceva solo la partenza da Pinerolo. E sarà un tappone, specialmente considerando che saremo ad inizio Tour, con oltre 70 km su territorio italiano e con le salite del Sestiere, del Colle del Monginevro e del Galibier prima dell’arrivo a Valloire.

Il Giallo romagnolo

Il prossimo 29 giugno Rimini assegnerà la prima gialla del Tour 2024. Dei 205 chilometri che separeranno Firenze da Rimini si sapeva praticamente tutto con la conferma di una tappa che somiglierà ad una classica di Primavera con le salite dei Tre Faggi, Forche, Spinello, Borbotto, San Leo, Montamaggio e San Marino prima dell’arrivo sul lungomare riminese. Ieri si è saputo che Davide Cassani, vero artefice del Tour in Romagna, aveva proposto 3 diversi percorsi agli organizzatori di Aso e che alla fine è stato scelto il più duro. Come ha ammesso il patron del Tour Christian Prudhomme durante la presentazione: «È piuttosto raro vedere che il Tour de France parta con una tappa di 3.600 metri di dislivello totale e infatti non è semplicemente mai successo prima». E dura, a conferma di una Grande Boucle anomala, sarà anche la seconda tappa che dopo la partenza da Cesenatico affronterà la salita iridata della Gallisterna e un finale insidiosissimo a Bologna con la doppia ascesa a San Luca. Una due giorni romagnola destinata a restare nella storia e che sicuramente vedrà il successo di due campioni.

I protagonisti

Il Tour de France è il centro gravitazionale del ciclismo mondiale e il 29 giugno a Firenze ci saranno semplicemente tutti. Perché “sono i ciclisti a fare grandi le corse” ma, nello stesso tempo, è “il Tour a fare grande i ciclisti”. E nella tappa di Rimini e in quella successiva di Bologna, i grandissimi protagonisti saranno subito chiamati a rispondere “presente” con il duello tra Vingegaard, Pogacar, Evenepoel e Roglic che entrerà subito nel vivo e con Van Der Poel, Van Aert o De Lie nel ruolo dei “disturbatori”. Unico neo: nel Tour che ricorda Bartali, Coppi e Pantani, i veri assenti saranno i corridori italiani.

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