Ciclismo, Gualtieri vince e si racconta: “Nella General System ho trovato una famiglia”

Il ravennate Samuel Gualtieri (Team General System) ha conquistato la sua prima vittoria in carriera, con arrivo in solitaria, nel teramano. L’ha fatto alla maniera dei grandi, staccando tutti in un finale ristretto a tre: Gualtieri (General System) insieme al conterraneo Patuelli (Sidermec) e all’australiano Jack Clark (Veleka). Al suono della campana, Gualtieri transita con qualche metro di vantaggio su Clark, mentre perde le ruote Patuelli. Si continua a voltare Gualtieri, con l’australiano vincitore a Reda che arranca, ma lo tiene nel mirino. Chilometro dopo chilometro, Gualtieri acquisisce sicurezza. Non si volta più, arrivando a braccia alzate al termine dei 109,2 km in 2h38’ alla media di 41,468 km/h, davanti a Clark e a un altro australiano Oliver Sims (Veleka), mentre Luca Patuelli (Sidermec- Vitali), chiude decimo.

«Sono DSA quindi faccio fatica a esprimere quello che ho in mente su carta o a voce». Inizia così un dialogo aperto con Samuel Gualtieri, il fresco vincitore. Un ragazzo speciale? Semplicemente un ragazzo che sta vivendo un momento importante.

Tra tutti gli sport, perché si è avvicinato al ciclismo? «Sono sempre stato un ragazzo fin da piccolo abituato a praticare uno sport, ne ho praticati molti, karate, nuoto, scherma. Riuscivo sempre a stare tra i migliori in poco tempo perdendo il gusto del gioco, poi su consiglio di mio nonno, decisi di provare ciclismo. Appena iniziato mi sono reso conto che non è uno sport come gli altri, aveva acceso la mia voglia di volerlo praticare tutti i giorni. Più andavo male alle gare (cadute, forature...) più accresceva in me lo stimolo di voler andare in bicicletta e diventare il più forte».

Perché ha scelto il team General System? «A Forlì era nata una nuova squadra Juniores, era disposta, pur con i miei problemi fisici, a prendere anche uno come me. La mia vita è rinata nella General System, trattato alla pari di tutti gli altri, ho ritrovato lavorando insieme allo staff e in poco tempo diventammo tutti come una famiglia. A loro la dedica della mia vittoria».

Nel ciclismo che cambia, qual è il pensiero di Samuel Gualtieri sullo sviluppo della categoria Juniores? «Io penso che la nostra categoria sia la più affascinante, ma certamente anche la più complessa. E’ adesso che si può individuare l’ambito di specializzazione (pista, strada, cronometro, scalatori, velocisti) e bisogna compiere una scelta oculata: ossia se dedicare tutto te stesso alla bicicletta o no, perché l’atleta è già abbastanza maturo e consapevole dei sacrifici da compiere quando i tuoi coetanei spesso si divertono».

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