Ciclismo, Montaguti è stato l’ultimo romagnolo al Tour: “Non valorizziamo i nostri giovani”

Nessuno potrà mai anticipare Attilio Zavatti che, nel 1909, fu il primo romagnolo a partecipare al Tour de France. Si spera, invece, che presto qualcuno possa sostituire Matteo Montaguti come ultimo romagnolo al via della corsa francese. Era il 2014 e, da allora, nessun ciclista dalla Romagna si è minimamente avvicinato alla partecipazione al Tour de France. «Sono disposto a cedere molto volentieri questa statistica – esordisce Montaguti – ma temo che la manterrò ancora per qualche anno. Purtroppo il movimento è in crisi e non riferisco solamente alla Romagna, ma all’intero settore italiano. Non abbiamo squadre di prima fascia, i giovani non sono valorizzati e prendere il via a corse come il Tour può diventare una chimera. Quando partecipai nel 2014, ricordo perfettamente che ci si lamentava perché al via la rappresentativa italiana era composta solamente da 17 atleti. Alla partenza erano solamente 8, 7 con il ritiro di Gazzoli, molto meno della metà». L’approdo al Tour nel 2014 rappresentò la realizzazione di un grandissimo sogno per il ciclista meldolese: «Quando nel 2011 scelsi di andare a correre in Francia (nell’Ag2r, ndr), il mio grandissimo obiettivo era partecipare al Tour de France. Purtroppo i piani della squadra erano leggermente diversi e continuavamo a schierarmi al Giro d’Italia e alla Vuelta di Spagna. Nel 2013 mi sono imposto e la squadra francese ha accettato di non schierarmi alla corsa rosa e di eseguire tutta la preparazione per il Tour, inclusi tutti i ritiri di preparazione. Nel corso dell’ultimo ritiro, ho avuto un lieve problema al ginocchio e commisi l’errore madornale di segnalarlo. Risultato: fui escluso dalla lista del Tour». Fortunatamente l’appuntamento con il sogno giallo era solo rimandato di un anno: «L’anno successivo – prosegue il meldolese - presi il via al Giro d’Italia e fui schierato anche al Tour de France. Le energie erano al lumicino e finii la corsa a Parigi veramente a corto di energie e con i valori ematici bassissimi. Ma quelle 3 settimane mi sono rimaste sulla pelle perché fu un Tour veramente entusiasmante: vincemmo 2 tappe, Peraud salì sul 2° gradino del podio e vincemmo nettamente la classifica a squadre. Tutti andavamo forte e anch’io riuscii a centrare 2 fughe e a conquistare un 5° e un 8° posto. Ho un ricordo fantastico di quell’edizione e, tra l’altro, fu bellissimo assistere da spettatore in corsa alla vittoria di Vincenzo Nibali». Purtroppo quella fu anche l’ultima partecipazione di Montaguti alla corsa a tappe francese: «Fosse dipeso da me, di Tour ne avrei disputati anche una decina perché l’organizzazione è semplicemente incredibile e il corridore deve pensare a pedalare e basta. Dopo l’edizione del 2014, la mia squadra si è messa in testa di poter vincere il Tour con Bardet e le formazioni sono state sempre scelte a tavolino con il capitano. Capitano che ieri si è preso proprio una bella soddisfazione, con la sua prima maglia gialla». Non può mancare il parere dell’esperto in vista delle tappe romagnole e su chi vestirà la maglia gialla a Nizza. «Penso che Pogacar sia il favorito assoluto – si sbilancia Montaguti – e credo che abbia buone possibilità anche di vincere a Bologna e di prendere presto la prima maglia gialla. Per la classifica generale, credo che l’avversario principale di Pogacar sia il suo connazionale Primoz Roglic, che però ha spesso limiti tattici. Non credo invece nel recupero lampo di Vingegaard e non scommetterei mai un euro su Evenepoel».

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