Ciclismo, è Manuele Tarozzi il leader 2024 dei chilometri passati in fuga

La stagione ciclistica 2024 entrerà nella storia per il dominio assoluto di Tadej Pogačar, autore della straordinaria tripletta Giro-Tour-Mondiale. Il fuoriclasse sloveno domina quasi tutte le classifiche, ma ce n’è una guidata da un corridore romagnolo e in particolare quella per il maggior numero di chilometri in fuga. Nessuno nel 2024 è stato così in avanscoperta come il faentino Manuele Tarozzi che ha chiuso la stagione con ben 1.962 chilometri in fuga (su 12.396 km), precedendo il norvegese Jonas Abrahamsen (1.948) e lo spagnolo Marc Soler (1.748 km). Un primato che ricalca perfettamente il carattere garibaldino del ciclista faentino della Bardiani.
Tarozzi, ma non si è stancato di andare in fuga?
«Vado in fuga da quando ho iniziato a correre e credo che resterà sempre il mio marchio di fabbrica. Ma mi sono promesso che nel 2025 tenterò gli attacchi con meno frequenza. In alcune gare, specialmente nelle corse di un giorno, mi piacerebbe lottare nel finale con i migliori e capire se ho il colpo di pedale per essere protagonista nelle fasi conclusive. Non vuole dire che non andrò più in fuga, anche perché nelle gare più importanti, come il Giro d’Italia, è l’unico modo che posso per fare risultato».
La stagione 2024 ha regalato 2 vittorie, bilancio straordinario.
«E tante volte sono andato molto vicino alla vittoria, come alla Settimana Valenciana, dove ho tagliato il traguardo assieme al mio compagno Tonelli, o come in Turchia o in Malesia, dove sono stato ripreso a pochi metri dall’arrivo. Ma è anche vero che dalle sconfitte e dalle delusioni possono nascere le occasioni di riscatto. Per fare un esempio, nella 4ª tappa del Tour de Langkawi in Malesia, ci siamo fatti riprendere come polli a poche centinaia di metri dall’arrivo. Non ho digerito quella sconfitta, non ci ho dormito la notte, ma dopo due giorni sono ripartito all’attacco con ancora più determinazione. Il Langkawi è una corsa per velocisti, dove andare in fuga è praticamente un suicidio annunciato. E invece io non mi sono arreso, ho attaccato e sul traguardo di Kulai ho ottenuto la mia seconda vittoria stagionale».
Tre mesi prima era arrivata la sua prima vittoria stagionale, con un’altra fuga al Qinghai Tour in Cina. In quell’occasione indossò anche la maglia di leader, che poi perse. Ha dei rimpianti?
«No, non posso avere nessun rimpianto. Purtroppo, nel corso della gara cinese abbiamo avuto alcune defezioni e la squadra era numericamente troppo scarna per poter difendere la mia maglia di leader. Avremmo potuto resistere per qualche giorno, ma poi era evidente che non avremmo avuto la forza per difenderci dagli attacchi dei rivali. Quindi posso essere molto fiero del terzo posto nella classifica generale, un podio che ha dimostrato che posso essere competitivo anche nelle brevi corse a tappe».
Il prossimo anno sarà in scadenza di contratto. Uno stimolo in più per il 2025.
«Non cambia semplicemente nulla. La carriera di un ciclista è molto corta e non ci si può assolutamente permettere di avere un anno a vuoto. Io ho sempre corso con lo spirito di chi ha il contratto in scadenza e deve guadagnarsi ogni giorno la ricompensa e la riconferma. Posso però dire che nel team VF Bardiani e nella famiglia Reverberi ho trovato la mia dimensione perfetta e che sarei onorato ad andare avanti con loro. Non posso però negare che la chiamata di un team World Tour mi farebbe molto piacere».
Da qualche mese ha anche un FanClub ufficiale. E lei è diventato il “Drago di Faenza”.
«Devo ammettere che il Drago originale è il mio amico Matteo Montefiori (ex ciclista dilettante, ndr), ma visto che lui ha smesso sono molto contento di ereditare il suo nome di battaglia. È un gruppo di amici veri e sono molto contento di annunciare che il 28 dicembre si terrà la prima “Cena dei Draghi” a Cassanigo. Per chi vuole, ci dovrebbe essere ancora qualche posto». (Info su Facebook: Manuele Tarozzi FanClub).
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