Ciclismo, Cassani: «Quella vittoria che credevo impossibile»

Ciclismo

Se l’albo d’oro di una corsa ciclistica ultracentenaria può contare sui nomi di Girardengo, Binda, Coppi, Magni, Saronni, Argentin, beh allora si può parlare di prestigiosa gara ciclistica. Ma il Giro di Romagna propone anche vincitori espressione del territorio (Ortelli, Minardi, Baldini, Conti, Serri) esattamente come è successo trent’anni fa.

Allora, Davide Cassani, se diciamo 1995?

«E’ successo qualcosa che a un certo punto della mia carriera pensavo fosse impossibile».

Chi ricorda bene quell’arrivo solitario sul traguardo di Lugo, ricorda un Cassani particolarmente grintoso al momento di tagliare il traguardo. Cosa era successo?

«Sapevo che avrei cambiato squadra a fine stagione (il direttore sportivo era il lughese Giancarlo Ferretti, ndr) e decisi di correre contro quelli che sono sempre stati i miei principi. Radunai i miei compagni di squadra la sera prima, a loro dissi ‘domani corro in casa, farò la mia corsa a dispetto di quello che è l’interesse della squadra’. Volevo giocarmi le mie carte al Giro di Romagna, poteva essere una delle mie ultime occasioni e andò proprio così, non ho corso bene, non ho corso per il mio team, sono stato molto egoista».

Ma qualche suo compagno l’ha aiutata?

«Certo, su tutti Scinto, fu un’ottima spalla nella fuga decisiva quando ci siamo trovati in sette a giocarci la corsa».

L’episodio decisivo?

«Scattai prima di Faenza quando mancava un giro del circuito e sono arrivato da solo».

In un ordine d’arrivo che vide Fondriest regolare il gruppo degli inseguitori davanti a Casagrande e allo stesso Scinto.

Domanda scontata: quanto è bello per un romagnolo vincere questa corsa?

«E’ splendido, una corsa che ti regala emozioni, gareggi sulle strade di casa, a bordo strada ci sono persone che conosci, gli amici, gente che magari si incontra tutti i giorni».

Passiamo all’attualità, che Giro di Romagna si aspetta?

«Innanzitutto è un percorso diverso rispetto allo scorso anno, più facile da affrontare. La salita delle Volture è uno strappo di poco più di un chilometro, non credo possa fare una selezione. Quindi potrebbe essere una corsa aperta a un paio di possibilità per la vittoria: un colpo di mano di qualche corridore nel finale di gara, ma anche un gruppo di 20-30 uomini che si giocheranno la vittoria allo sprint».

Pensa a una corsa combattuta?

«Penso che si potrà assistere a un bello spettacolo. Innanzitutto perché ci sarà al via una sola squadra World Tour, quindi per molti corridori sarà una gara per mettersi in mostra e sfruttare l’occasione. Siamo a settembre, per tanti sarà una bella vetrina anche in vista della prossima stagione».

I suoi ragazzi del Team Technipes #inEmiliaRomagna sono carichi?

«Credo che siano pronti per fare una bella corsa, dovranno sgomitare per emergere ma siamo fiduciosi».

Parliamo di Romagna e viene spontaneo rivolgere un pensiero a Filippo Baroncini. Cosa ha pensato quando ha saputo la notizia dell’incidente?

«Ho pensato e lo penso tuttora che è proprio un ragazzo sfortunato per tutti i problemi che ha dovuto affrontare nella sua pur giovane carriera. Al di là della gravità dell’ultimo incidente, è un peccato che si sia dovuto fermare proprio in questo periodo. Fisicamente stava bene, si era reso protagonista quest’anno e si stava preparando per il finale di stagione che poteva anche essere scoppiettante per lui. Per prima cosa ho maledetto la sfortuna che l’ha colpito pesantemente, poi però ho subito pensato al fatto che sarebbe tornato a casa ed è questa la cosa più importante. Non posso che augurargli una rapida ripresa, perché lo voglio vedere di nuovo sui pedali, anzi, siamo in tanti che abbiamo questo desiderio».

Settembre è anche il mese dei campionati del mondo. L’Italia non veste la maglia iridata dal 2008 quando vinse Ballan completando una tripletta consecutiva cominciata con la doppietta di Bettini. E’ solo un sogno pensare a un azzurro campione del mondo?

«Forse per quest’anno sarà ancora solo un sogno, perchè al momento Tadej Pogacar mi sembra inavvicinabile per tutti. Però il gruppo azzurro potrebbe fare una buona corsa, in particolar modo con Ciccone e Pellizzari».

Cassani a lei piacciono le sorprese, pensa di riportare in auge anche la Coppa Placci?

«Ah, ah, ah, questo proprio non lo so, quindi per il momento godiamoci il Giro di Romagna».

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