Una favola chiamata Miramare United che va oltre la passione per lo sport

Calcio
  • 14 agosto 2025

Lontano dai riflettori del calcio che conta, c’è ancora un mondo di sport (e valori) in cui la passione resta l’unico collante. A Rimini, più precisamente nella periferia sud, la storia del Miramare United è lì a ricordare che, come disse una volta Arrigo Sacchi, il calcio è ancora la cosa più importante tra le cose meno importanti.

La rinascita

Dopo l’impresa dello scorso anno, con la finale di Coppa e la promozione in Seconda Categoria, la società di Raffaele Barretta è pronta da quest’anno a lanciare anche il suo settore giovanile. Una vera e propria ciliegina sulla torta, a coronamento di un percorso straordinario partito solo tre anni fa. Nessuna speculazione o mecenate locale. Quella del Miramare United è una di quelle favole da libro Cuore, un sogno condiviso che ha preso forma tra i campetti e le panchine del quartiere. Dopo anni senza una vera e propria squadra locale, nel 2023 quattro amici, svezzati a pane, pallone e Mini Bar, decidono di resuscitare il calcio a Miramare per tornare a sventolare il vessillo del luogo in cui sono cresciuti. E’ così che Raffaele Barretta, Francesco Lentini, Ciro Cardone e Vito Nitti fondano, quasi per gioco, il Miramare United. A loro si aggiungeranno negli anni altri quattro amici: Michele Rota, Paolo Pozzi, Antonio Senise e Cristian Piccirilli.

L’ascesa

Cominciata quasi come una scampagnata tra amici, la squadra allenata da Giuseppe Bruno, dopo aver sperimentato il campionato Uisp, decide presto di fare sul serio, iscrivendosi l’anno scorso al campionato di Terza Categoria. E al primo tentativo, grazie alla finale di Coppa, stacca il pass per la promozione in Seconda Categoria girone P. Che riaccende l’entusiasmo e la passione di tutta Miramare. «L’obiettivo? Vorremmo fare come il Chievo, che da quartiere di Verona è arrivato fino alla serie A. Vabbè, non esageriamo... magari non proprio nella massima serie - scherza Barretta - Però mi piacerebbe portare la piazza di Miramare fino alla Serie D. “Uniti dalla stessa passione per difendere i colori della squadra del nostro quartiere” è lo slogan».

Il futuro

Ma il progetto del Miramare United non è mai stato soltanto quello di una squadra di calcio, bensì un vero e proprio progetto di quartiere per riaprire le porte ai giovani e riqualificare l’intera area, spesso al centro di polemiche ed etichettata non di rado come estrema periferia. Con l’open day dello scorso luglio, i quattro soci fondatori vogliono invece riportare Miramare al centro di Rimini. «Iniziamo da quest’anno con la prima squadra giovanile, aperta alle annate 2007, 2008 e 2009, ma non ci fermiamo certo qui - rivela Barretta - L’obiettivo è organizzare un vero e proprio settore giovanile, una scuola calcio aperta a tutti, con quote associative calmierate ed un approccio inclusivo. Un presidio sociale per proteggere i nostri ragazzi, aiutandoli non solo nello sport. Creeremo un punto di aggregazione per le famiglie del quartiere e per l’intera comunità. Perchè il calcio continui ad avere la sua funzione educativa, l’unico antidoto naturale per prevenire il disagio giovanile e trasmettere valori sani. Inoltre chiederemo al Comune la gestione del centro sportivo con l’obiettivo di organizzare tornei con squadre provenienti da tutta Italia, riaccendendo così la vocazione turistica della zona. Chiediamo anche a sponsor e piccoli imprenditori locali di darci fiducia. Uniti dalla stessa passione per difendere i colori della squadra del nostro quartiere».

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