La Sammaurese cambia ancora proprietà. A guidarla ora è l’imprenditore sammarinese Stefano Guerra insieme a un pool di imprese di San Mauro Pascoli. Il passaggio di testimone è avvenuto ieri, i dettagli ufficiali saranno presentati mercoledì prossimo alle ore 18 con la presentazione del nuovo staff societario. Quello che è certo è la chiusura del capitolo Bp Global che ha retto la società per un anno e cinque mesi. A conti fatti una parentesi, senza dubbio tra le meno esaltanti nei 90 anni della Sammaurese che proprio quest’anno festeggia quel traguardo.
Tutto era iniziato nell’agosto del 2024 con l’acquisizione della quota di maggioranza (60%), dal 2009 detenuta dal nucleo storico che aveva guidato i colori giallorossi nell’ultimo quindicennio, con Cristiano Protti e Nicola Pozzi ai vertici. Era la prima volta che la squadra del paese di Giovanni Pascoli finiva nelle mani di non sammauresi. L’ingresso del gruppo torinese era stato accompagnato da parole in grande con vocaboli che mai avevano riecheggiato. Il progetto era stato illustrato da Pierluigi Marengo l’avvocato che aveva condotto le trattative di acquisto. Nella prima intervista ufficiale nel settembre dello scorso anno Marengo aveva detto: «L’obiettivo è arrivare alla serie C nel prossimo biennio perché il nostro è un progetto molto ambizioso».
L’acquisizione nei mesi successivi anche della restante parte societaria insieme a un mercato riparatorio per mantenere la categoria lasciavano pensare a una precisa volontà in quella direzione. In realtà alcune crepe avevano già iniziato a manifestarsi negli attriti con i giocatori sui pagamenti insieme al ritardo con alcuni fornitori.
L’avvio di questa stagione, tuttavia, presagiva al prosieguo dell’ambizioso progetto attestato dall’acquisto di giocatori altisonanti insieme alla volontà di un campionato di vertice e un tecnico, Antonino Asta, presentato come il messia del nuovo calcio («Preso per fare quel salto di qualità necessario per porla nelle parti alte della classifica di serie D e non più arrivare a fine stagione con il quart’ultimo attacco del girone», così nella presentazione).
La realtà ha presentato una realtà diversa e un conto decisamente salato per il peggiore campionato negli undici anni in quarta serie, le dimissioni del tecnico dopo poche giornate e il conseguente disimpegno del gruppo torinese dalla squadra. Ora si apre un nuovo capitolo. E sarà il tempo a dire se sarà migliore.
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