Rimini, tutto volge al peggio: arrivano i primi decreti ingiuntivi

Un’altra giornata senza svolte concrete. Anche ieri la trattativa (reale?) per la cessione del Rimini non ha fatto passi avanti, con il gruppo interessato all’acquisto che continuerebbe, stando ai pochi rumors che escono dalla società, nella due diligence. I potenziali acquirenti starebbero, stando ai si dice, guardando ogni voce.

Decreti ingiuntivi

Ciò che invece è assodato è che continuano ad emergere criticità che rendono l’operazione-salvezza del Rimini sempre più complessa. L’ultimo colpo di scena, infatti, sono i decreti ingiuntivi: sono arrivati i primi e sono annunciati in arrivo degli altri e da più parti, con la richiesta di riscossione dei crediti di diverse società che hanno avuto a che fare (soprattutto) con la gestione Di Salvo-Petracca. Pendenze che hanno acceso ulteriori dubbi sulla reale sostenibilità della società biancorossa, che è gravata da debiti quantificabili sui 4 milioni di euro. I decreti ingiuntivi sono uno dei tanti imprevisti che rischia di allontanare ancora di più un eventuale passaggio di mano della società. A dirla come va detta, ogni giorno che passa, il Rimini assomiglia sempre di più a un paziente tenuto in vita per puro accanimento terapeutico: solo un miracolo potrebbe salvarlo da morte certa.

Il teatro degli orrori

Oltre ai creditori che saltano fuori come funghi, sembra che chi fosse realmente interessato non abbia gradito il teatrino messo in piedi da Anna Giusy Scarcella, che ha giocato a fare una vera e propria asta tra chi manifestava interesse per il Rimini. Altro aspetto da non sottovalutare: in caso di fumata bianca, chi entrerà dovrà coprire le perdite, rimettere in equilibrio la situazione finanziaria e soprattutto fare mercato a gennaio, quando i giocatori sono pochi e cari.

Nel frattempo tifosi e città restano in attesa di notizie che non arrivano. Se entro un paio di giorni non ci sarà un’iniezione di denaro nelle casse, Antonio Buscemi, nominato dal Tribunale di Milano come rappresentante legale delle quote di Alfredo Rota mai saldate, potrebbe dire stop e portare i libri in Tribunale per chiedere il fallimento. Insomma, il Rimini è legato alla vita da un filo sempre più sottile. E ogni giorno che passa, tra conti da verificare, nuovi inciampi e comunicati vuoti che servono solo a prendere tempo, sembra che il finale sia già scritto.

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