Rimini nel caos, se ne va anche Di Matteo: “Costretti ad arretrare”

Rimini Calcio
  • 26 novembre 2025

Anche Nicola Di Matteo se ne va e lascia il Rimini. Un nuovo colpo di scena annunciato in un comunicato a firma dello stesso Di Matteo con Daniele Ferro. «Siamo venuti a Rimini con grande entusiasmo, abbiamo provveduto a corrispondere quanto pattuito e previsto per l’ingresso in Società. Purtroppo ad oggi, le quote della Rimini Football Club s.r.l. risultano ancora bloccate dal Tribunale di Milano, a differenza di quanto ci era stato garantito nella sottoscrizione del contratto preliminare di compravendita. Lo stallo di questa situazione ha fatto si che decorressero inutilmente i termini concordati per il passaggio delle quote societarie. Abbiamo vissuto un mese decisivo per consentire la permanenza del Club in Lega Pro, da spettatori e l’impasse della situazione in cui ci siamo ritrovati per cause certamente a noi non imputabili, ci ha arrecato notevoli disagi.

Abbiamo fatto arrivare a Rimini i nostri Dirigenti, futuri, Direttore Generale, Direttore Sportivo e Segretario Sportivo, ma agli stessi non è stato consentito di poter lavorare e muoversi liberamente come ad esempio andare in Sede, allo Stadio e/o parlare con la squadra, lo Staff tecnico, ecc. di iniziare insomma, ad operare per il bene della Società. Abbiamo provveduto a dare una “boccata d’aria” al Club per consentire il regolare svolgimento della partita casalinga con l’Ascoli. Abbiamo sottoscritto contratto preliminare di acquisto delle quote societarie con la squadra che si trovava a -1 in classifica, oggi, si ritrova a -5 punti, sprofondando sempre di più all’ultimo posto del girone B della Lega Pro ed allontanandosi vistosamente dalla zona salvezza.

Oltretutto, in questa situazione, non ci è dato capire, sapere e soprattutto controllare, quanti altri punti di penalizzazione potrebbe ricevere la “Rimini Football Club s.r.l.” in forza delle presunte violazioni compiute e soprattutto a noi sconosciute e mai rappresentateci nella conclusione dell’accordo.

Questa assurda, imprevista, non immaginata e non voluta situazione, ha costretto gli scriventi a recedere unilateralmente dal contratto sottoscritto. I nostri legali naturalmente, procederanno a richiedere quanto elargito, a questo punto, inutilmente e a vantaggio di una sola parte che ha ricevuto un indebito pagamento. Ribadiamo che lo sblocco delle quote societarie non è una circostanza sulla quale potevamo operare, non sono certo le spese di giustizia e/o del custode che avrebbero potuto compromettere la trattativa in oggetto dato che sul “piatto” erano già stati serviti, oltre 250.000 euro. Amareggiati, delusi e sconcertati da quanto accaduto ma soprattutto consapevoli di aver subito un grave danno da tutta questa spiacevole vicenda, ci ritroviamo dolorosamente costretti ad arretrare, consapevoli del fatto che provvederemo a tutelare tutti i nostri diritti presso le opportune sedi competenti.»

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