Rimini, lo strano destino di D’Alesio: esordirà nella sua Pescara

Se glielo avessero detto due mesi fa non ci avrebbe creduto. Primo, sedersi sulla panchina del Rimini. Poi debuttare tra i professionisti proprio nella sua Pescara contro il Delfino, lui che è pescarese, il 10 agosto nel turno preliminare della coppa Italia Frecciarossa. Per Filippo D’Alesio si è rivoltato il mondo.
Missione difficile
E’ una missione difficile. Ma non impossibile. Anche se la scelta di affidare la panchina a Filippo D’Alesio assomiglia molto a quella di due estati fa quando il Rimini fu messo in mano all’argentino Gabriel Raimondi. La piazza mugugnava, non è insorta solo perchè la nuova proprietà si era da poco insediata, però mugugnava e Raimondi è durato fino ai primi d’ottobre per poi fare le valigie con la squadra desolatamente ultima in classifica con appena 4 punti.
L’ostacolo più grande
Si può essere bravi, meno bravi, avere idee, impianti di gioco più o meno validi, ma da sempre nel mondo del calcio il primo tassello da inserire, altrimenti si è fuori dai giochi ancora prima di iniziare, è creare l’empatia con la squadra. Ecco, il futuro di D’Alesio a Rimini dipende molto da come entrerà nella testa dei giocatori soprattutto i cosidetti senatori. Tradotto, l’ex match analist biancorosso dovrà convincere i suoi ragazzi che le sue idee porteranno lontano. E l’empatia non nasce alla prima giornata di campionato ma nel ritiro precampionato, quindi a Riolo Terme, in quel periodo che quest’anno va dal 16 luglio al 3 agosto. D’Alesio dovrà subito toccare i tasti giusti cosa che non riuscì a fare per esempio Raimondi.
Il coraggio di fare scelte nette
L’ex tecnico pescarese parte con un vantaggio grande o piccolo che sia lo dirà il tempo. Conosce già l’ambiente e l’attuale rosa e questa squadra conosce lui. Però c’è anche l’altra faccia della medaglia: se prima D’Alesio poteva essere considerato un amico dai giocatori, ora invece è colui che dovrà fare le scelte nette al momento di presentare l’undici titolare. C’è chi giocherà e c’è chi starà fuori. C’è chi nelle gerarchie sarà considerato titolare e chi invece panchinaro. E’ cambiato il ruolo, ora c’è d’Alesio in cima alla piramide tecnica e dovrà farsi rispettare senza mai tentennare. Ora non ci sarà più il D’Alesio amico (poi è chiaro sarà sempre ben disponibile al colloquio) ma ci sarà il D’Alesio allenatore che non dovrà guardare in faccia a nessuno.
Solo dopo avrà senso parlare di moduli, organizzazione e cose collaterali, ma prima D’Alesio dovrà entrare nella testa dei giocatori, dovrà creare un’empatia con la squadra. Dovrà essere un blocco unico il nuovo Rimini, sempre disponibile ad indossare scudo ed elmetto per l’ex match analyst.