Rimini, il grido d’allarme di Geria: «Città e aziende non rispondono»

Nel giorno della festa del Rimini per il successo in Coppa Italia, prima in Comune e poi a Castel Sismondo, si è capito che per pensare in grande nel calcio, sport popolare, serve anche un supporto popolare. Quell’alchimia che a Rimini purtroppo non si è realizzata completamente. Un amore intenso che però riguarda solo alcuni, troppo pochi per poter competere ad alto livello.

Le considerazioni amare ma realistiche di Giuseppe Geria, direttore generale, sono indicative: «Ringraziamo sempre i nostri tifosi che rappresentano lo zoccolo duro, i fedelissimi, che ci supportano in casa ed in trasferta. Però dopo la vittoria in Coppa Italia ci aspettavamo non dico il pieno allo stadio nelle due partite successive, ma nemmeno il record negativo in due anni di gestione. Non ce l’aspettavamo, anzi si pensava ad una vicinanza ed un entusiasmo maggiori».

Attenzione, non sono solo valutazioni dettate dall’amarezza del momento, ma anche dalla preoccupazione per il futuro legata al varo, per la stagione 2026/2027 della Salary Cap: «Se non aumentano incassi e sponsor – sottolinea Geria – il nostro valore di produzione ci permetterà di fare ben poco, ci sarà solo un ridimensionamento, nel rispetto delle regole. La Salary Cap ci impone infatti di non spendere in ingaggi più del 55% del valore di produzione. Per cui i numeri parlano chiaro, se non aumentano sponsor e incassi allo stadio ci dovremo adeguare a numeri più bassi, obbligatoriamente. Dai partner sul territorio abbiamo ottenuto poche migliaia di euro sotto forma di sponsorizzazioni (sotto i 90.000 euro, ndr), oltre a qualche azienda locale particolarmente lodevole che è impegnata sotto forma di cambio merce». Così si va poco lontano: «Siamo una delle società che ha meno ritorno pubblicitario dalle aziende di Rimini, come si può ben notare gli sponsor principali che non sono del territorio». Quindi si guarda al futuro con una certa perplessità: «Abbiamo ricevuto risposte di affetto, questo sì, ma le altre risposte non sono state soddisfacenti. Ad esempio lo store non ci ha dato i numeri che ci aspettavamo. Per la prossima stagione vorremmo inserire degli abbonamenti particolari, con benefit in aggiunta per fidelizzare il tifoso».

Torniamo al bilancio dei freddi numeri: «Abbiamo avuto un calo di spettatori nell’arco della stagione, ancora da quantificare, la mancanza della sfida con il Cesena si è fatta sentire».

A fronte di oltre 6 milioni di euro di gestione la società cosa si aspetta ora? «Speravamo che la vittoria in Coppa Italia fosse di slancio, anche emozionale, invece c’è sempre e solo la presenza dei fedelissimi. Ma la domanda che ci facciamo è che se sono venute 6.000 persone ad una partita e poi c’è stato il record negativo evidentemente la comunità non si riconosce nella squadra di calcio».

Geria tratteggia un futuro tutto da scrivere: «A fine anno faremo un bilancio e vedremo le risorse che si possono ancora investire, con questo nuova introduzione della Salary Cap ci vorrà creatività. La proprietà farà le sue valutazioni, il programma dell’anno prossimo verrà stabilito a brevissimo in base a tutta una serie di parametri, soprattutto quello economico, c’è una società (che finanzia il Rimini, ndr) a cui dare delle risposte».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui