Rimini, conto alla rovescia: o arrivano i soldi o finisce tutto

Si può dire che da ieri per il Rimini sia iniziato un drammatico countdown finale. Si sono registrate infatti alcune defezioni nel già scarno organigramma della società biancorossa, la più dolorosa e letale è stata quella, anche se ancora non ufficiale, del team manager e addetto arbitro Fabio Gatta. Una rottura che nell’economia del Rimini vorrebbe dire tanto, perché Gatta finora è stato il pilastro societario in campo, l’unica linea di continuità tra la precedente e l’attuale gestione. Se entro una manciata di giorni non accadrà un miracolo, sotto forma di una svolta importante nelle vicende societarie (cioè l’arrivo di un compratore che rilevi il pacchetto completo dalla Building Company), la decisione diventerà ufficiale. Il team manager aveva dato le dimissioni il 3 settembre: la situazione si è trascinata fino ad ora, tra promesse ed disillusioni, fino alla decisione finale. Quella di domenica contro la Juve Next Gen sarà l’ultima di Gatta al Rimini. Sperando, che nelle prossime 72 ore accada il miracolo. Le dimissioni di Gatta, uno dei pochissimi assunti del Rimini, potrebbero avere un effetto a catena anche sui superstiti ed è possibile che martedì, alla ripresa degli allenamenti, ci possano essere gli addii delle poche altre persone sotto contratto.

I tagli di Buscemi

Ma non è mica finita qui. Arrivato a Rimini da 4 giorni, il nuovo legale rappresentante della società Antonio Buscemi ha iniziato a mettere mano a tutti i contratti, dando il via alla spending review. Nominato dal Tribunale di Milano per tutelare le quote societarie sequestrate a fronte del credito vantato dall’ex presidente Alfredo Rota, dopo i colloqui con squadra, tecnici e dirigenti, Buscemi ha dato il via subito ai primi tagli. Ieri c’è stata la sospensione di due contratti, uno dei quali riguardante una figura obbligatoria nell’organigramma societario. Sono provvedimenti che cercano di limitare al massimo le spese, ma è chiaro che la società ha le sue necessità, la sua operatività quotidiana ed era già ridotta all’osso per quanto riguarda i dipendenti. Ma ora è tutta l’operatività societaria ad essere entrata in discussione e una delle voci più a rischio è quella delle trasferte. Una trasferta della prima squadra costa in media 4.500 euro, se non ci sono sul conto corrente (che non è quello dedicato al pagamento degli stipendi ai giocatori) è nel potere del legale rappresentante bloccare il viaggio. Questo vale per tutta la gestione quotidiana e anche per le trasferte delle formazioni giovanili: a meno di una generosa elargizione di qualche sponsor o sostenitore o alla “buona volontà” dei genitori sono a rischio il viaggio di domani della Primavera a Busto Arsizio e quelli di domenica ad Arzignano di Under 17 e Under 15 (che devono recuperare le partite della 1a giornata).

O arrivano soldi o finisce tutto

Detto che alle spese per la gestione quotidiana vanno aggiunte quella del legale rappresentante che ormai opera in città, ad oggi al Rimini servono soldi freschi non per un attaccante ma per garantire l’esistenza del club. Il legale rappresentante Buscemi nominato dal Tribunale di Milano non rimarrà a Rimini a lungo, quindi nei prossimi 15 giorni gli scenari aperti sono tre: prima ipotesi, la Building paga il debito vantato da Alfredo Rota, mette liquidità nelle casse e si riparte; seconda, arriva una nuova società che rileva la gestione attuale e la rilancia; terza, il legale rappresentante constata l’assenza di risorse vitali e porta i libri in tribunale.

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