Se questa sera la Torres dovesse vincere a Livorno e il Perugia dovesse battere la Vis Pesaro, il Rimini sprofonderebbe a -16 dal penultimo posto. Che se non è una sentenza definitiva, poco ci manca. Perché ai biancorossi non servirebbe più un’impresa titanica, tipo scalare l’Everest a mani nude, ma un vero miracolo sportivo. Anche perché fuori dal campo il silenzio è sempre assordante. Anzi, se entro questa settimana non dovesse arrivare il famoso via libera del Tribunale di Milano (perché accada vanno saldate le spese del custode giudiziario e del legale rappresentante) e il passaggio di proprietà dal notaio da Giusy Scarcella a Nicola Di Matteo, il rischio è che il Rimini possa chiudere definitivamente. Perché la situazione che stanno vivendo calciatori e staff tecnico è surreale.
D’Alesio continua a crederci, a parlare di unità del gruppo, di una situazione «stimolante perché resteremmo nella storia», il problema è che poi ti scontri con la dura realtà e i primi 15 minuti di Carpi, i peggiori di questo campionato del Rimini, sono anche figli dell’ulteriore penalizzazione arrivata venerdì. Un altro -1 chiesto e ottenuto dalla Procura Federale che si è addirittura appellata alla decisione del Tribunale Federale: un verdetto che sembra tanto il famoso macigno che chiude la storia.
La sfiducia, sentimento umanissimo che finora Bellodi e compagni sono riusciti a tenere fuori dalla porta dello spogliatoio con grande fatica, adesso è arrivata a chiedere il conto. Visto l’immobilismo che gravita intorno al Rimini, il rischio di un definitivo “game over” è dietro l’angolo. I numeri del resto sono impietosi. I biancorossi non fanno punti da un mese (1-1 a Campobasso il 25 ottobre), mentre al Romeo Neri dopo il 19 settembre, quando il Rimini battè 1-0 il Forlì, è sempre uscito il segno 2. Sei sconfitte su 7 partite giocate in casa. Va un po’ meglio in trasferta, dove sono arrivati 8 punti grazie a due vittorie e a due pareggi.
Insomma, la situazione è disperata. E anche l’arrivo del gruppo di Di Matteo difficilmente potrà dare una sterzata. Perché sul mercato, soprattutto quello degli attaccanti che al Rimini mancano come l’aria, non c’è molto e uno prima di cacciarsi in una situazione come quella che sta vivendo il Rimini, ci pensa due volte. A meno che non lo ricopri d’oro e gli garantisci in anticipo la certezza di un contratto anche in caso di Serie D. Inoltre, i giocatori che sono qui e hanno richieste (Lepri, Bellodi e Longobardi su tutti) potrebbero mettere fine al loro inferno.
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