La situazione del Rimini resta assolutamente cristallizzata, immobile in un limbo che nessuno dei protagonisti è in grado di decifrare. Il nodo è sempre lo stesso: si attende l’ordinanza del Tribunale di Milano sul dissequestro delle quote che il gruppo di Nicola Di Matteo ha già pagato, circa 217 mila euro, all’ex presidente Alfredo Rota. Un passaggio formale, ma decisivo, per sbloccare definitivamente l’assetto societario, ma del quale non esiste alcuna tempistica certa. E proprio questa incertezza sta diventando il vero avversario del club biancorosso. I tempi burocratici, come spesso accade, non collimano con quelli sportivi. Mentre le carte attendono il loro turno negli uffici giudiziari, il Rimini deve fare i conti con un presente che corre veloce. La società, infatti, è ancora ufficialmente controllata da Antonio Buscemi, che ricopre il ruolo di legale rappresentante: una situazione che congela ogni possibile decisione strategica, impedendo al nuovo gruppo acquirente di intervenire e programmare. Il risultato è un immobilismo totale, con il club fermo al palo in un momento delicato della stagione.
Eppure il campionato non dà tregua. Domani sera (alle 20.30) il Rimini affronterà il Carpi in un match che pesa come un macigno, perché la classifica non lascia spazio a interpretazioni: al momento la salvezza dista ben 12 punti (la Torres è penultima a quota 8). Una montagna da scalare che richiederebbe serenità, compattezza e interventi mirati, tre elementi che in questo clima di sospensione diventano quasi impossibili da garantire.
A preoccupare ulteriormente è il malessere crescente nello spogliatoio. Il rischio concreto è che alcuni dei giocatori della prima ora decidano di fare le valigie. Lepri e Bellodi sono i nomi più caldi, i più tentati dall’idea di cercare altrove stabilità e prospettive tecniche più chiare. Anche Longobardi ha ricevuto offerte importanti che potrebbero far vacillare la sua permanenza in biancorosso.
Il Rimini, dunque, vive sospeso tra una società che non può muoversi e un campionato che non aspetta. Ogni giorno senza l’ordinanza del Tribunale è un giorno perso nella corsa salvezza, ma anche un tassello che rischia di sgretolare un gruppo che, nonostante tutto, ha mostrato compattezza e orgoglio. Ora la speranza è che l’impasse si risolva al più presto, perché la stagione non concede altre pause. E il tempo sta finendo.