Il calvario del Rimini: Braglia vicino all’addio

E’ andato in scena ieri pomeriggio al Romeo Neri uno dei giorni più cupi ed imbarazzanti della centenaria storia biancorossa. Era in programma nel pomeriggio, dalle 15 alle 16, l’allenamento della prima squadra, che è saltato perché l’amministrazione comunale ha chiuso lo stadio, non ha dato il permesso di utilizzarlo, contestando alla nuova società inadempienze amministrative, in particolare la mancanza della domanda per poter usufruire dello stadio stesso. Già in mattinata si era capito che il Comune avrebbe usato le maniere forti e che non ci sarebbe stata indulgenza. L’atmosfera era già incandescente. Poi nel pomeriggio la sorpresa dello stadio chiuso, la scena era sconfortante, i giocatori con le borse nell’antistadio, nessun dirigente presente, tranne il team manager Fabio Gatta al quale la città dovrebbe erigere un monumento per aver dato un minimo di presenza societaria durante le ultime settimane. Lo sconcerto tra i giocatori era evidente, anche perché non era un allenamento qualunque ma era il primo per molti ragazzi ingaggiati appena il giorno prima in giro per l’Italia. Si sono presentati al Neri e non c’era nessuno ad accoglierli, nemmeno il campo da gioco. Sui volti era evidente la delusione, la rabbia, il senso di impotenza, alcuni si sono lasciati scappare frasi indicative: “Ma cosa mi è capitato?”. Non trovano risposte nemmeno dai giocatori più esperti, come De Vitis, Fiorini e Lepri, nemmeno loro sanno cosa stia succedendo. C’è un genitore di un giocatore appena arrivato con la macchina piena di valigie, non sa se scaricare oppure ripartire con il figlio. Si chiede una lista ufficiale di chi c’è e chi manca, a livello di rosa, ma non c’è risposta perché si fa notare che alcuni ragazzi sono lì, ma non hanno ancora firmato.

Arriva Piero Braglia e si intrattiene con i giocatori: dice apertamente di essere al “Neri” solo per loro, non rilascia interviste, ma si parla con lui e si capisce alcune cose che riportiamo: la sua presenza a Rimini e nel Rimini è ormai agli sgoccioli, non ha gradito molto la campagna acquisti e che finora non è mai andato in panchina in maniera ufficiale per non avere poi il problema dei passaggi burocratici come l’esonero e la rescissione. Insomma, fa capire che è pronto ai saluti.

Arriva per salutare i ragazzi uno che si è dimesso per davvero, il medico sociale Pasquale Contento, qualche pacca sulle spalle e via. Poi arriva il comunicato del Comune che spiega perché ha chiuso lo stadio: “Alle 14 di oggi la società Rimini Calcio non ha ancora avanzato richiesta per l’utilizzo dello Stadio Romeo Neri. Nel momento in cui la nuova domanda sarà presentata, l’ufficio sport del Comune provvederà alla verifica del rispetto dei requisiti richiesti e di eventuali inadempienze”. Insomma, è probabile che la domanda sia inoltrata quanto prima, poi bisognerà attendere la risposta del Comune. La battaglia sui resti del Rimini continua.

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