Calcio C, il Rimini ha centrato i play-off, l'obiettivo di inizio stagione, ma non ha soddisfatto i tifosi

Come spesso accade a Rimini, ciò che precede, accompagna e segue la partita è più interessante della partita stessa. Spesso il prezzo del biglietto al Romeo Neri è per la rappresentazione umana e culturale, più che per quella sportiva. Marco Gaburro (su cui si sta muovendo il Livorno in vista della prossima stagione) che si sdraia a terra e ringrazia il cielo per l’obiettivo centrato, i play-off, è un gesto che ha la stessa valenza e la stessa giustificazione sportiva di chi ha fischiato sonoramente i biancorossi al termine della partita e ha applaudito il gagliardo Montevarchi. Gli occhi e le dichiarazioni sorprese del post partita dei giocatori, uno dei quali in ritardo a causa di una forbita discussione con i tifosi fuori dallo stadio, hanno lo stesso impianto logico di chi ha contestato sonoramente squadra, tecnico e società (ieri multata di 1500 euro). Come sempre dipende dal “dove” si guardano le cose. A squadra, tecnici e staff, la società aveva dato un obiettivo: i play-off, la parte sinistra della classifica. L’obiettivo è stato raggiunto. E non è che sia stato semplice, perché Gaburro si è spesso complicato la vita facendo un turnover esasperato e lasciando fuori per due mesi un giocatore come Piscitella, poi tornato e diventato titolare inamovibile. Nei play-off il Rimini c’è e secondo la logica dello “Strano ma vero” che pervade il calcio questa squadra ha tutti i numeri per andare avanti. Naturalmente solo se esce da quel blocco mentale che ormai dura da mesi, una “patologia” che colpisce quasi solo i calciatori e non gli avvocati che difendono imputati che rischiano 30 anni di carcere, un chirurgo che opera un paziente a cuore aperto, un pilota che fa un volo intercontinentale oppure un ingegnere che progetta un ponte dal quale dovranno passare indenni milioni di persone. Detto del blocco mentale, i tifosi e gli sportivi che frequentano il Neri hanno visto l’ultima vittoria in casa il 10 dicembre 2022 contro l’Ancona e poi solo sconfitte o pareggi, con prestazioni spesso imbarazzanti. Il Rimini va ai play-off, è vero, ma come scriveva quel maestro di giornalismo che era Gianni Clerici, è come se uno precipitasse dal Duomo di Milano e poi di guglia in guglia, di terrazza in terrazza, di tetto in tetto approdasse indenne in Piazza. Infatti il Rimini ci è entrato solo per la differenza reti migliore rispetto ad una Recanatese la cui rosa vale (dati transfermarkt.it) la metà di quella biancorossa. Per questo possiamo può sostenere che sia Gaburro che i giocatori da una parte, sia i tifosi che gli sportivi dall’altra abbiano solide ragioni per dirsi soddisfatti o arrabbiati. La fortuna è che, prima o poi, saranno i play-off a far capire se il Rimini si era solo riposato mentalmente oppure era come la bella storia di Uccelli di Rovo raccontata nel romanzo di Colleen McCullough: “La leggenda narra di un uccello che canta una sola volta nella vita, più soavemente di ogni altra creatura al mondo. Da quando lascia il nido, cerca un grande rovo e non riposa finché non lo abbia trovato. Poi, cantando tra i rami crudi, si precipita sulla spina più lunga e affilata. E, mentre muore con la spina nel petto, vince il tormento superando nel canto l’allodola e l’usignuolo”.