Calcio D, Maniero spinge il Rimini: "Ora uno sforzo in più"

Andrea Maniero, partiamo dall’abbraccio finale con il presidente Rota a Sorbolo dopo il 2-0 rifilato al Lentigione che ha permesso al Rimini di essere campione d’inverno.

«È stato un modo per scaricare anche la tensione perché eravamo rimasti un po’ delusi dalla partita con il Ghiviborgo. Io per esempio non ho dormito per due notti e visto che io e il presidente non possiamo scendere in campo e quindi sfogarci ci siamo tenuti tutto dentro fino a domenica alle 16.20. Ho visto il presidente felice e mi ha fatto piacere».

Questo è il primo flash, poi ce n’è un altro invece pre Lentigione e precisamente risale a sabato mattina. Finita la rifinitura, lei, il club manager Cherubini e il tecnico Gaburro vi siete appartati quasi a centrocampo per parlare fitto fitto con il tecnico che gesticolava...

«Era stata una rifinitura completamente diversa dalle precedenti diciotto. In campo aveva regnato il silenzio: anche chi solitamente ama scherzare, sabato non lo aveva fatto. Insomma, alla fine ci abbiamo parlato su tutti e tre».

Lentigione forte ma il Rimini pare avere qualcosa in più.

«Loro sono quelli dell’anno scorso, mi sono sempre piaciuti e mi piacciono tuttora e penso che assieme al Ravenna resteranno lì fino alla fine assieme a noi. Certo che il Rimini domenica ha dato una grande risposta su un campo di 58 metri dove la palla non usciva mai e quindi eri in apnea. Non c’è mai stato un attimo di respiro, la sfera era continuamente da una parte e dall’altra e potenzialmente poteva essere pericolosa. Insomma il Rimini ha dimostrato di esserci però ora nel girone di ritorno deve fare uno sforzo in più per raggiungere il traguardo che tutti sappiamo e vogliamo».

Cosa ha pensato quando ha visto Piscitella andare sul dischetto sul secondo rigore dopo che il primo lo aveva tirato Gabbianelli?

«Sono rimasto perplesso perché con Gabbia c’è un conto aperto dai tempi di Matelica».

In che senso?

«Era l’ultima giornata di campionato di serie D, giocavamo in casa con l’Avezzano, stava 0-0 e ci fu fischiato un rigore a favore, se vincevamo eravamo promossi davanti alla Vis Pesaro che era seconda a -1. Gabbianelli non lo calciò, non ho mai capito il motivo, lo sbagliammo e alla fine perdemmo arrivando secondi».

Però Piscitella è stato impeccabile.

«Bravissimo ma noi abbiamo diversi rigoristi come Tomassini, Mencagli per esempio, solo che ci sono anche delle gerarchie. E comunque non ho visto nessuno dei due rigori».

Cioè, si è voltato dall’altra parte?

«Si, ho visto la partita nel parcheggio dove stavano le macchine dei calciatori e mi sono voltato, non ho avuto coraggio, ci ha pensato Cherubini e il boato dei nostri tifosi a farmi capire come era andata».

Parliamo di Deratti?

«Lo seguivamo da un mese, sapevo che era il profilo giusto ma non pensavo fosse già così in palle. Ora deve confermarsi».

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