Calcio D, Maniero: "Rimini, sarebbe un peccato traslocare per gli alpini"

Andrea Maniero, quanto ha dato fastidio quel tiro di Sall al 91’?

«Tanto, sono due notti che non dormo perché poi io sono fatto così, inizio a ripensare alle situazioni, a cosa si poteva fare e non è stato fatto in quel momento».

Cosa ha detto alla squadra?

«Il giorno dopo al campo ho parlato ai ragazzi dicendo che devono essere contenti di quello che stanno facendo, meglio essere qui con certe responsabilità che anonimi. Ci siamo guadagnati questi 83 punti con sudore e sacrificio, prima c’era un gruppo che inseguiva un sogno, adesso questo gruppo è diventato una squadra che insegue un obiettivo ben chiaro e raggiungibile e quindi testa alta e petto in fuori nelle prossime quattro partite».

Insomma pare di capire che anche in caso di vittoria del Ravenna sul Carpi e distacco che scenderebbe a + 3 da +8 il Rimini ha già metabolizzato tutto quanto.

«Finito il discorso ho visto i ragazzi allenarsi come mai prima, tantissima intensità e cattiveria e così hanno fatto nei giorni successivi. La squadra è concentrata per la sfida di Carpi».

Certo è che si è persa una bella occasione magari per non avere la testa un po’ pesante da qui al 4 maggio.

«Sono stati fatti un po’ di errori sull’ultima azione quando avremmo dovuto chiudere la partita prima, direi 4 errori nella stessa azione, però ripeto ora testa al Carpi».

Parliamo di futuro: a prescindere dal risultato finale, è innegabile che sia stato fatto un bel lavoro dove gli artefici sono stati il tecnico Gaburro, il diesse Maniero e il club manager Cherubini. Sarebbe stato un bel segnale se la società vi avesse già fatto firmare il rinnovo.

«Io mi sento ogni giorno con il presidente Rota, a volte anche più volte in un giorno, percepisco bene la sua stima nei miei confronti e a livello personale anche di più, è chiaro che mi piacerebbe portare avanti questo progetto anche in una categoria superiore, però il mio futuro ora è andare al campo e assistere agli allenamenti, ogni cosa a suo tempo».

Del resto questa stagione brillante è nata nell’Aprile 2021 quando lei fu chiamato a Rimini e da lì è partita la macchina organizzativa giocando in anticipo sulla concorrenza.

«Non voglio prendermi i meriti, lascio giudicare gli altri, però ci sono realtà come Lentigione, Aglianese o Forlì per esempio che erano già avanti nel progetto eppure ora sono dietro a noi, questo per dire che si possono fare le cose per bene non giocando per forza in anticipo».

Questo per fermare, comunque, anche qualche voce che come sempre a primavera inoltrata inizia a circolare non solo sul Rimini ma anche per altre realtà. Voci di mercato

«Tipo?»

In Veneto danno per certo che le Dolomiti Bellunesi, che il prossimo anno punteranno alla promozione in C, vogliano come allenatore Parlato, che è anche suo grande amico, o Gaburro.

«Posso assicurare che Gaburro ora ha la testa sul Rimini al 100 per cento: riguardo alle Dolomiti Bellunesi, conosco il presidente, tanto che l’anno scorso mi aveva cercato ma gli dissi di no perché stavo venendo al Rimini».

Problema alpini: altra situazione fastidiosa al pari del tiro di Sall al minuto 91.

«Non voglio entrare in dinamiche che non mi spettano, dico solo che mi dispiacerebbe se dovessimo giocare in campo neutro contro il Seravezza a tre giornate dalla fine del campionato. Però al contempo non c’è nulla di certo in tutto ciò e soprattutto la squadra non dovrà avere alibi. È tutto l’anno che i ragazzi si allenano a contatto con chi fa atletica, o studenti universitari, al Romeo Neri funziona così ma siamo primi. Quindi niente alibi anche se mi dispiacerebbe traslocare l’8 maggio».

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