Calcio C, Ricchiuti: "La gioia di Rimini per quel mio gol che fece retrocedere il Cesena"

Adrian Ricchiuti domani sarà all’Orogel Stadium per seguire Cesena-Rimini e avrà al suo fianco l’amico di sempre Paolino Bravo, direttore sportivo del Sudtirol, ex di entrambe le squadre: «Sperando che nessuno ci insulti», dice il “Gaucho” sorridendo. Uno dei più grandi giocatori che hanno vestito la maglia biancorossa è rimasto in parte nel mondo del calcio: «Lavoro per il Torconca, seguo tutto il settore giovanile e la prima squadra, oltre a svolgere un altro lavoro».
A Cesena-Rimini non poteva mancare, anche perchè è stato l’ultimo biancorosso a segnare al Cesena all’Orogel Stadium: «Sto seguendo poco il Rimini – dice Chico – al Romeo Neri sono andato solo una volta, non riesco per impegni calcistici concomitanti e perché qualche domenica devo stare anche a casa. Però vedo quanta voglia c’è di calcio in città, per questa partita contro il Cesena c’è stata una corsa al biglietto e ci sarà uno stadio pieno. I ragazzi hanno bisogno del sostegno di tutta la città, Rimini ha voglia di calcio».
Poi i ricordi dell’ultima vittoria, quella del 12 aprile 2008, fu sua la rete del successo in rimonta: «È stata una partita all’inizio un po’ bloccata, il Cesena era all’ultima spiaggia, ci ha preso un po’ di sorpresa, però nella mia squadra c’era la voglia di crederci sempre ed alla fine abbiamo portato a casa i tre punti, una vittoria che ha sancito anche la retrocessione del Cesena. Regalammo una grande gioia ai nostri tifosi».
Quindici anni dopo le cose sono radicalmente cambiate: «Ora come ho detto non seguo molto il Rimini, sto facendo altre cose, guardo i risultati, sono stato solo una volta allo stadio per vedere il match contro la Fermana. Credo che il Rimini, al di là della sconfitta nell’ultima partita contro il San Donato Tavarnelle, abbia una rosa importante, è una neopromossa ma ha tutti giocatori di valore, importanti per questa categoria, una rosa all’altezza, senza giovani. Vedendo l’andazzo del campionato credo che potrebbe fare di più, credo che non si accontenterà, non si deve accontentare».
Ricordi un po’ sbiaditi quelli biancorossi, vivissimi quelli della vittoria al Mondiale della sua Argentina: «Sono felicissimo, felice in particolare per il suo capitano che ha coronato il sogno da bambino, è stato un Mondiale non bellissimo a livello di gioco, di calcio, però ha vinto la squadra migliore che ha capito i momenti della partita, in fondo anche in finale l’Argentina ha dominato per 70 minuti, ha avuto un black-out ma si è ripresa alla grande».

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