C’è una storia lunga, quasi una consuetudine, tra Vis Pesaro e Ravenna. Una conoscenza che attraversa 84 anni e 23 campionati, fatta più di abitudini che di scosse. Nelle Marche, poi, domina una strana legge naturale: il pareggio. È il risultato che torna più spesso, come una piccola inerzia del destino. Undici le partite finite senza un vincitore, 8 i successi dei biancorossi, 4 quelli dei ravennati. Un equilibrio rinfrescato soprattutto di recente. Gli ultimi tre confronti, tra il 2019 e il 2021, sono stati una specie di sospensione dello spettacolo. Tre 0-0 consecutivi, 270 minuti senza un lampo. Per recitare lo stesso copione Leonardo Colucci ha cambiato costume: nella prima partita sedeva sulla panchina della Vis, invece nell’ultima, due anni dopo, guidava il Ravenna.
Per trovare qualcosa di più interessante bisogna tornare indietro, all’inizio di tutto. Il 6 aprile 1941, Serie C, la prima sfida ufficiale a Pesaro: un 1-5 pesantissimo a favore del Ravenna. Era una stagione quasi romantica per i giallorossi, che lanciarono da titolari in attacco tre diciottenni del vivaio e giunsero a un passo dal successo finale, mancato solo per il quoziente reti contro il Pescara. La Vis era appena salita di categoria e pagò il prezzo dell’inesperienza. Quel giorno uno dei ragazzi prodigio, l’ala destra Paolo Zampighi, segnò addirittura 4 gol. Un poker che appartiene alla leggenda dei vecchi tempi del calcio ravennate. Le due squadre si incrociarono spesso negli Anni ’40, poi si persero di vista e il nuovo ciclo riprese nel 1959 con un 3-1 per il Ravenna, doppietta di Giorgio Visconti, 31 anni e una storia alle spalle. Curiosamente, fu anche la sua ultima partita in giallorosso. Negli Anni ’60 i pareggi divennero protagonisti; più tardi, in Serie D, restano ricordi sparsi, come l’1-1 del 1985 con gol di Doriano Pozzato, uno che aveva visto anche la Serie A con Como e Bologna. Poi arriva il 27 settembre 1992. Siamo solo alla 5a giornata, ma Ravenna vive giorni tesi: Francesco Guidolin non ingrana, la panchina sembra scricchiolare e Corvetta non è uomo di grande attesa. Serve un segnale. E il segnale arriva dopo due minuti, con il gol di Flavio Fiorio. Quel pomeriggio a Pesaro diventò la prima pagina di un trionfo.
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