«Giù le mani dalla Rimini Calcio»

Calcio

RIMINI. Retrocessione e rinascita. Sono i due temi base della conferenza stampa del presidente biancorosso Fabrizio De Meis, che tocca anche l’argomento denuncia-querela anche se poi passa più volte la palla ai legali Catrani e Angelini. Qualcosa di rivedibile c’è, ma visto che in questo momento De Meis è il presidente biancorosso, tutto passa dai suoi piedi per usare un termine calcistico.

«Trasparenza e chiarezza mi hanno sempre accompagnato nella mia vita di uomo e imprenditore. Trasparenza che mi ha guidato, sia nell'entrare in campo per cercare di salvare la Rimini Calcio sia nel gestirla dal primo giorno come un prezioso patrimonio comune laddove ogni mio atto risultasse compiuto alla luce del sole. Ho provveduto insieme a un gruppo ristrettissimo di soci a finanziare la società per pagare gli stipendi, una parte di fornitori ed evitare il fallimento economico e sportivo. “Giù le mani dalla Rimini Calcio”: combatterò e combatteremo in ogni sede e in ogni luogo, in ambito di diritto sportivo, di diritto civile, di diritto penale contro chiunque cerchi di fare del di danneggiare la società che rappresento».

Capitolo retrocessione, una ferita ancora aperta. «Con un dolore da cui non riesco a riprendermi e che mi accompagna tutti i giorni devo dobbiamo purtroppo constatare l’amara realtà il Rimini è retrocesso in serie D e lo ha fatto nel peggiore dei modi, senza play-off e con umiliante epilogo. Non posso che ringraziare i tifosi, le istituzioni, gli organi di stampa e tutta la piazza che mi ha unanimemente riconosciuto di essermi buttato anima e corpo sul campo per continuare a fare di tutto, fino all'ultimo secondo, al fine di poter centrare l'obiettivo della Lega Pro unica. Io mi sento responsabile come tutti dovrebbero sentirsi per questa retrocessione senza appello, condanno e mi dissocio da ogni dichiarazione singola di voler scaricare su altri le responsabilità della retrocessione, le colpe sono di tutti nessuno escluso, l’ultima partita è stato l’epilogo di questa stagione amara, un’umiliazione inaccettabile, umiliati da una squadra che è stata incapace di dare quella prova di rabbia e orgoglio che indipendentemente dal risultato era indispensabile e dovuta in una partita del genere, è stata l’ultima prova che sancisce che la nostra è stata una retrocessione meritata. Cercherò di ripagare da subito i tifosi raddoppiando i miei sforzi per riportare questa gloriosa società nelle categorie che gli competono».

Poi ha parlato dei «47 giocatori tesserati e 43 contratti da professionisti, praticamente quest’anno ha pagato due squadre con ovvi disastri economici. Di questi ci sono calciatori che hanno fatto zero presenze».

L’affondo sull’ex diesse Mauro Traini. «In merito al sistema di tesseramento di calciatori nel mondo del calcio dietro compenso, una cosa è certa se questo è accaduto a Rimini, non è accaduto a beneficio delle casse della Rimini Calcio. Inoltre, dopo la partita con la Vecomp ha rassegnato le dimissioni comunicandomi che nei giorni successivi sarebbe passato in sede a firmare la documentazione necessaria. Ma non si è mai più visto e ancora oggi siamo in attesa che venga a firmare le sue dimissioni».

La risoluzione dei contratti? «Risoluzione chiesta ai tanti giocatori che non hanno mai giocato, rinuncia agli ultimi due mesi in caso di retrocessione diretta, penso fosse il minimo in una situazione del genere che poteva trasformarsi in un premio in caso di accesso ai play-off».

De Meis rivela che «è stato trovato un accordo con una parte dei vecchi soci della Rimini Calcio, che sarà sottoscritto in settimana, accordo che preveda l’assunzione di responsabilità di chi ha gestito per anni questa società contraendo i debiti che attualmente sono una zavorra del Rimini Calcio, l’accordo prevede da parte loro l’accollo di tutti i debiti con la banca di Rimini, e l’accollo del nostro gruppo di tutti i creditori a bilancio, questo accordo rappresenterebbe la vera svolta finanziaria della Rimini Calcio, che permetterebbe di ripartire con una situazione debitoria azzerata fatta eccezione per i crediti non dovuti che sono oggetto di contenziosi legali. Alla luce di questo accordo potremmo mettere in pratica un progetto industriale triennale su cui lavoriamo da mesi, basato su un piano di investimenti, marketing e comunicazione, sponsor, merchandising. Per riportare subito il Rimini nel calcio professionistico e in due anni essere lì a fare parte dei pretendenti per il ritorno nel calcio che conta. In questo momento per me il Rimini ha zero tesserati e ripartirà da zero (meglio invece ripartire da sei-sette elementi dell’ultima stagione, ndr), la prima mossa sarà quella di mettere sotto contratto un direttore sportivo».

 

 

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