Rimini, pericoloso andamento lento Rimini

Calcio

RIMINI. In quattro mesi si decide il futuro calcistico e societario del Rimini sosteneva sabato Fabrizio De Meis insediandosi nel Cda biancorosso. Nell’ultimo mese invece il trend della squadra di Marco Osio è pericolosamente sceso sotto il livello di guardia e da ieri la zona play-out è realtà. Contro il Bassano è arrivata la quinta sconfitta nelle ultime sette partite e fatta eccezione per l’assurda partita contro il Real Vicenza, l’ultimo gol risale alla gara contro il Delta Porto Tolle acciuffata per i capelli. Il Rimini non ha soluzioni offensive e appena sbaglia qualcosa dietro viene punito. Alla fine il Bassano conta un gol, un rigore sbagliato, tre interventi decisivi di Scotti.

Dentro Valeriani. Baldazzi, Nicastro e Marco Brighi fuori per infortunio, Zanigni, Morga e Catalano che hanno cambiato aria: sono già parecchie le novità in un Rimini new look in attesa dell’ok per Salvi che dovrebbe arrivare in giornata. Osio doveva scegliere tra Valeriani e Del Sole e alla fine ha mandato in campo entrambi, con il primo schierato nel tridente a fianco di Fall e Sartori, con Maio che va in panchina dove forma un altro tridente offensivo assieme a Mussi e al nuovo arrivato Radoi.

Clima da battaglia. I tifosi biancorossi negli occhi hanno ancora il raccapricciante arbitraggio di Lacagnina e al primo fischio discutibile di Greco da Lecce il Neri si scalda. Martinelli prende un giallo dopo pochi minuti, il secondo è per Sartori che viene a contatto con Cenetti e si accende una piccola rissa. Dopo un avvio arrembante della capolista, il Rimini esce dal guscio, ci mette tanta corsa e tanto impegno, Sereni sforna cross a ripetizione ma i due centrali di Petrone sono insuperabili. Sartori a sinistra è molto più attivo di Valeriani che tarda a capire la sua posizione.

Brivido e risposta. La partita potrebbe cambiare alla mezzora quando Iocolano da sinistra mette in mezzo dove sbuca la mano galeotta di Sereni: rigore inevitabile e terzo giallo del giorno. Sul dischetto va Berrettoni che calcia malino e Scotti ci mette il piedone per respingere. Ma i pericoli non sono finiti, perché l’impeto offensivo del Rimini crea spazi eccessivi per il contropiede ospite. E così prima Maistrello e poi Cenetti possono calciare liberissimi dentro l’area ciabattando verso la pista d’atletica. La risposta biancorossa è affidata alle conclusioni da lontano, se ne contano tre in cinque minuti: Martinelli ci prova da distanza siderale e il goffo Rossi si complica la vita, un attimo dopo è il turno di Fall e per la seconda volta il portiere balbetta salvandosi in due tempi. Il Rimini ci prende gusto, Renzi trova lo spazio per calciare dai venti metri ma la mira è sbagliata.

Il patatrac. Ci sono poche emozioni nella prima metà della ripresa fatta eccezione per un altro intervento decisivo di Scotti aiutato anche dal palo sull’incornata di Pelagatti. Osio prova a scaldare il match facendo debuttare Radoi al posto di Sartori. Il Rimini sembra prendere in mano la partita e al 24’ su un cross basso da destra di Rosini, la palla arriva a Del Sole che calcia a botta sicura, la sfera colpisce il corpo di Pelagatti e termina comodamente tra le braccia di Rossi. Chi pensa al gatto nero che passa dalle parti dello stadio ha ragione, perché un paio di minuti dopo il Bassano passa. Il campo tradisce Radoi nel passaggio a Ferrari che manda in fallo laterale, sulla rimessa Berrettoni scappa via a Rosini che prima si fa sorprendere e poi lo atterra. Lo stesso capitano giallorosso batte la punizione perfetta per la testa di Maistrello che vola alto e mette alle spalle di Scotti.

Reazione zero. Mancano le idee e le forze al Rimini per abbozzare una reazione, ma soprattutto manca un attaccante in grado di spaventare l’incerto Rossi che continua a combinarne di tutti i colori. Una sua uscita senza senso al limite dell’area con tanto di palla persa, consente ad Andrea Brighi di appoggiare di testa verso la porta sguarnita ma la distanza era notevole e la forza impressa scarsa. Il Bassano fa muro al limite, allora Del Sole ci prova da fuori, c’è la potenza, non la misura. Qui serve ben altro. Al nuovo Cda il compito di metterci le pezze.

 

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