Cesena, dopo la pausa forzata partirà un vero tour de force

Calcio

CESENA. Concetto dominante da che mondo è mondo: i campionati si vincono in primavera. Visto il calendario del girone F, torna in mente l’immortale hit di Loretta Goggi: che fretta c’era, maledetta primavera.

Tutto o quasi in 40 giorni

Mancano 18 partite alla fine del campionato e col gioco dei rinvii e dei recuperi, il Cesena ne giocherà 9 nel giro di 40 giorni. Uno strappone che dirà tantissimo sulla piega della stagione. Il tour de force parte mercoledì con Cesena-Matelica, che non sarà la madre di tutte le partite, ma sarà quantomeno la cognata. La chiusura è fissata per domenica 24 febbraio con Recanatese-Cesena, quindi seguirà un marzo più morbido, con 4 gare in un mese.

Gestione del lavoro

Alberto Perugini ha solo 35 anni ma è già alla sua nona stagione da preparatore atletico nel calcio. Ha sempre lavorato con Beppe Angelini tranne nella stagione 2012-2013, quando Angelini andò agli Allievi della Juve e Perugini rimase a Santarcangelo a lavorare prima con Masolini e poi con Cuttone. Nell’anno successivo, la coppia si è ricostituita nel Cesena Primavera e oggi rieccoli qua.

Da preparatore atletico del Cesena, da qui al 24 febbraio, cosa deve succedere per rendere felice Perugini? «Beh, facile: fare 27 punti in 9 partite... battute a parte, quello che conta è la qualità del lavoro. Ogni esercizio di possesso palla, ogni partitina di fine allenamento fatta bene è un test per individuare il tuo massimale. E se hai il gruppo giusto, allora lavori al meglio. Di conseguenza, non posso che ringraziare tutti i ragazzi, perché la qualità del lavoro è spettacolare e vedo tanta curiosità da parte dei giocatori: a fine allenamento vengono da me sia i ragazzi del 2001 che i super-veterani per conoscere i dati del gps, c’è un grande interesse per il lavoro e in campo si vede. In più voglio ringraziare Massimo Magrini, Marco Arrigoni e tutti i collaboratori, che ci danno una grossa mano».

Forti e forza

Perugini ha lavorato su una squadra nata di corsa e basata su una macedonia di giocatori con storie diversissime, eppure sta funzionando: «Funziona perché ci si allena bene e da parte nostra cerchiamo di puntare sull’individualizzazione del lavoro di forza in base ad alcuni parametri specifici. Per esempio, abbiamo De Feudis, Alessandro, Tortori e Viscomi che lavorano insieme in gruppo, Biondini ha un suo lavoro di forza, così come Capellini insieme a Noce e così via. L’obiettivo è avere una certa continuità di rendimento e non bisogna aspettarsi chissà cosa dalla parte atletica. Ripeto: è l’allenamento nella sua globalità che fa la differenza e noi ci alleniamo bene».

Tour de force

È pensabile che un titolare possa giocare al massimo tutte le 9 partite dei prossimi 40 giorni? «Mai porsi limiti, ma fisiologicamente dovremo tenere conto di questo periodo particolare. Negli allenamenti delle prossime settimane cercheremo il più possibile di gestire il recupero, tenendo conto che nei nostri dati, quando si giocano tre gare in una settimana, nella gara del mercoledì c’è un calo della velocità tra il 5% e l’8%, mentre nella terza gara il calo arriva attorno al 20%. Però abbiamo sempre lavorato bene e questo è il dato che mi conforta di più: anche stamattina (ieri mattina, ndr) nonostante il campo ghiacciato ci siamo fatti il mazzo».

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