Rimini, adesso fuori l’orgoglio: punti pesanti con l’Albinoleffe

Calcio

RIMINI. Sarà perché anche oggi si affronta una squadra lombarda, sarà per il clima di scetticismo che si respira attorno alla squadra dopo due sconfitte consecutive, il Rimini-Albinoleffe di oggi in salsa padana assomiglia un po’ al Brescia-Rimini di 13 anni fa al Rigamonti. Anche allora, ma in serie B, si presentò un Rimini in affanno, solo che quella volta ci pensarono Caracciolo e Motta a togliere le castagne dal fuoco in una casa biancorossa governata sempre da Acori. Il contesto è diverso, ma anche oggi servirà il classico partitone della vita per riportare a galla il Rimini, una di quelle sterzate di cui sono pieni i libri di storia calcistica locale, con Acori in panchina.

L’appello di Acori

Scotti e compagni tornano tra le mura amiche dopo le debacle di Fano e Terni. Leo Acori, alla vigilia, chiama tutti alla carica. «Dobbiamo fare una grande prestazione sotto tutti i punti di vista, tecnico, tattico e caratteriale. Una prova come quelle disputate ad esempio con l’allora capolista Fermana o lo stesso Sudtirol. Non ci dobbiamo far condizionare dall’andamento della gara ma, al contrario, siamo noi che dobbiamo determinarne l’andamento».

Sulla strada dei biancorossi un Albinoleffe che ha problemi simili al Rimini e punta a raggiungere una tranquilla zona di classifica. «Affronteremo un avversario tosto. Li ho visti contro la Fermana, alla prima di Marcolini, una gara impostata più sull’aspetto fisico che tecnico. Però è una squadra che sa giocare al calcio e che fuori casa paradossalmente ha fatto meglio che tra le mura amiche».

Atto di fede

Il condottiero di Tordandrea ha grande fiducia nei propri ragazzi. «Su questa squadra conto molto e sono certo possa dare molto di più, a cominciare dal fatto che dobbiamo essere più continui nell’arco dei 90 minuti. Al momento, nonostante qualche alto e basso, siamo in zona salvezza. Questa squadra può fare un buon campionato, l’obiettivo primario è salvarsi e mettere in mostra 3-4 giovani interessanti. Troppe aspettative, specie quelle non alla nostra portata, creano troppe pressioni e non fanno bene ai ragazzi. Così facendo si mettono paure e i giocatori non devono essere condizionati troppo da timori e negatività. Siamo al rush finale del girone d’andata e ci aspettano ancora tante sfide ravvicinate, dunque ci sarà bisogno di ognuno di noi. Tutti devono sentirsi parte del progetto e tutti devono essere pronti a dare il proprio contributo quando verranno chiamati in causa».

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