Dionigi: «Non ci arrendiamo ma l’Erario va convinto subito e oggi integreremo il piano»

Calcio

Con il presidente Giorgio Lugaresi emotivamente sopraffatto dalla risposta negativa dell’Agenzia delle Entrate, a spiegare il contenuto della ventina di pagine con cui l’Erario ha respinto l’accordo proposto dall’Ac Cesena è stato l’avvocato Christian Dionigi, nominato da poco direttore finanziario proprio per gestire questa cruenta battaglia per la sopravvivenza. Sintetizzando: la motivazione della rimostranza è comprensibile, il Cesena nel giro di poche ore farà l’ultimo, disperato tentativo per provare a salvare in extremis la continuità aziendale e i 78 anni di storia del club.
Provvedimento negativo
Alle 18 la sala riunioni della sede di corso Sozzi è piena in quanto è in programma, fissato già da qualche giorno, quel consiglio d’amministrazione che nei progetti avrebbe dovuto “celebrare” un passaggio importante e che invece rischia di trasformarsi nell’ultimo cda di un glorioso club di 78 anni. Dionigi scende quindi nella corte di palazzo Masini per dare la sua versione dei fatti: «Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate è negativo. Ci sono stati mossi più rilievi, ma quello decisivo, che davvero conta, è uno: l’Agenzia delle Entrate sostiene di essere, tra i tutti i creditori coinvolti nel nostro piano di ristrutturazione fiscale, il meno garantito. In particolare per i primi 5 anni, in quanto noi abbiamo dato loro garanzie fideiussorie dal sesto al ventesimo anno, ma non lo abbiamo fatto per i primi 5. Nella risposta l’Agenzia fa capire che non può limitarsi a confidare che il Cesena resti in Serie B nei prossimi 5 anni, visto anche l’oscillante campionato appena disputato. Adesso, in tempi esageratamente stretti, già nella mattinata di domani (oggi, ndr), proporremo un’integrazione, la più efficace possibile, per riuscire a sanare la nostra posizione e a fornire all’Agenzia delle Entrate le ulteriori garanzie di cui necessita».
Tempi serrati
I tempi sono però strettissimi, visto che entro martedì andranno anche pagati gli stipendi e senza la certezza della transazione fiscale difficilmente la società deciderà di pagarli: «Ma abbiamo tempo fino al 30 per pagare. Se gli stipendi dovessero arrivare in ritardo, al massimo prenderemmo un paio di punti di penalizzazione, ma ne varrebbe la pena restassimo in B. Contrariamente a quanto pensano altri, io sostengo che l’Agenzia delle Entrate sia stata velocissima e abbia dimostrato grande disponibilità anche in questo provvedimento negativo. Credo quindi che domani (oggi, ndr) i dirigenti dell’Erario, non appena invieremo loro la Pec con l’integrazione, la analizzeranno: se riterranno la nostra proposta sanante, penso che tra giovedì e lunedì ce lo faranno sapere; se invece per loro anche questa integrazione non sarà sufficiente, allora saranno ancora più veloci. E’ l’ultimo nostro sforzo: speriamo che sia vincente. Io non mi arrendo ancora, nessuno dei soci intende arrendersi. Dovremo intervenire in modo efficace ed essere bravi, attraverso questa integrazione, a toccare i tasti giusti».

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