Con De Meis sarà un Rimini da sballo?

Calcio

RIMINI. Sabato 4 gennaio, quando entrò ufficialmente nel Cda, Fabrizio De Meis si presentò con i fratelli Amati, Traini e il socio Conti. Venerdì 10 e 17, giorni delle presentazioni di Radoi, Cesca ed Herrera, era al tavolo con il direttore sportivo. Ieri, primo giorno da presidente, non aveva nessuno al suo fianco. Ma non è certo un uomo solo al comando.

Il “signor Cocoricò” ha le idee chiare e lo dimostra la sua rapidissima scalata ai vertici dell’Ac Rimini 1912. In tre settimane è passato da socio con il 10% a presidente, in questo breve scorcio di tempo ha lavorato assieme a Traini per migliorare la rosa a disposizione di Osio. Ieri si è presentato con due fogli che ha letto prima di rispondere alle domande. «Sono emozionato e lusingato, ma anche preoccupato, perché mi rendo conto dell'importanza di questa scommessa. Essere il presidente del Rimini significa rappresentare al meglio non solo una squadra di calcio, ma anche una città e una comunità intera, conosciuta in tutto il mondo. Ma sono spinto dalla passione, sostenuto da buone possibilità economiche e vorrei gestire una società sana e ambiziosa e renderla forte». Poi fa il Matteo Renzi. «La società è da rifondare e migliorare sotto tanti aspetti: dalla Scuola Calcio al rapporto con i tifosi. Io ce la metterò tutta, garantendo rettitudine morale e trasparenza. Spero di riuscire a vincere sul campo e dietro la scrivania».

Una settimana fa aveva smentito la notizia che ci sarebbero stati cambiamenti all’interno della società: cosa è cambiato?

«Sono stato abbottonato a metà, sapevo delle intenzioni di Biagio Amati di dare le dimissioni, quando ha definitivamente lasciato l’incarico ho deciso di accettare la carica».

Ci sarà un travaso di quote al suo gruppo? «Piccoli spostamenti, personalmente resterò un socio di minoranza, perchè non ci saranno soci di maggioranza o minoranza. Ci sarà una ricapitalizzazione che guarderà da qui fino alla fine dell'anno per far fronte a una situazione finanziaria difficile, ma siamo convinti di farcela e determinati ad arrivare fino in fondo. Per questo ora è difficile dire quante quote ha ogni singolo socio: risponderò nei prossimi giorni, perché le quote si ricollocheranno in funzione di questa ricapitalizzazione».

Biagio Amati resterà all’interno della società? «La compagine sociale rimane uguale, quindi Amati resta socio del Rimini».

La novità è che Mauro Traini esce dal consiglio di amministrazione: De Meis spiega il motivo. «L’avevo voluto io all’interno del Cda, diciamo che la sua nomina aveva destato stupore tra qualche socio e poi il regolamento non consente al direttore sportivo di far parte del Cda. Resterà coinvolto nelle dinamiche societarie e informato dello stato di salute della società. E comunque ha lavorato benissimo sia nel mercato estivo che in questa delicata fase invernale».

Resterà presidente del settore giovanile? «Sì. Mi sento fino in fondo presidente del settore giovanile, e continuerò a seguire i giovani, anche indipendentemente dal titolo. Tutto il tempo libero che avrò, lo dedicherò al settore giovanile».

De Meis vorrebbe fare delle promesse ma in questo momento è impossibile. «Il bivio è troppo grande, da qui a maggio ci giochiamo professionismo o dilettantismo, è impossibile pianificare il futuro. Il Cda lavorerà fino alla fine della stagione in corso, ovviamente programmeremo il lavoro anche per il prossimo anno. E come ho già detto in passato, al momento non è previsto l'ingresso di nuovi soci».

Tocchiamo ferro e altro: se il Rimini dovesse scendere in serie D? «Io vorrei portare avanti il progetto anche oltre questa stagione e a prescindere dai risultati sportivi, ma dipenderà anche dai soci e dal rapporto che si creerà con la piazza».

 

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