Conference League, Sfuma il sogno della Virtus Acquaviva: il Breiðablik vince 1-3 e passa VIDEO



Atmosfera delle grandi occasioni allo stadio di San Marino dove la Virtus Acquaviva si gioca la gara più importante della sua storia contro gli islandesi del Breiðablik Kópavogur che vale l’accesso ai gironi di Conference League. Si parte dal 2-1 dell’andata, ai neroverdi serve l’impresa. A sostenere i ragazzi di Bizzotto uno stadio pieno. Queste le formazioni che scenderanno in campo:
Virtus (4-3-3): Guddo; Gori, Giacomoni, Legittimo, Sabato; Buonocunto, Montanari, Golinucci; Niang, Scappini, Zenoni.
A disp.: Passaniti, Battistini, Lombardi, Muggeo, Capicchioni, Amati, Benincasa, De Lucia, Ciacci. All. Bizzotto.
Breiðablik Kópavogur (4-3-3): Einarsson; Valgeirsson, Muminović, Orrason, Jónsson; Gunnlaugsson, Jónsson, Einarsson; Thorsteinsson, Kristinsson, Ingvarsson.
A disp.: Bragason, Snæhólm, Ómarsson, Steindórsson, Bjarnason, Lúðviksson, Hallsson, Yeoman, Björgvinsson, Ulfarsson, Thomsen, Magnússon. All. Arnason.
Arbitro: Mykola Balakin (Ucraina)
Primi cinque minuti di sostanziale studio. La posta in palio è enorme per entrambe le formazioni. Gli islandesi, più avanti nella preparazione e con il campionato quasi al termine, vengono da una serie di risultati negativi nelle ultime gare. All’8’ la Virtus, in casacca bianca, conquista una punizione da una ventina di metri. Sul pallone Buonocunto, deviata dal 6 in casacca nera, pallone che impenna, smanaccia male il portiere islandese e per poco la Virtus non ne approfitta. Al 12’ pericolo in area sammarinese, Legittimo sventa la minaccia. Al 17’ islandesi in gol con Kristinsson. Cala il silenzio allo stadio, la squadra però dimostra di voler restare in partita e cerca di portarsi in avanti, su rovesciamento di fronte il Breiðablik conquista il primo corner. Area affollatissima con una decina di giocatori sulla riga di porta, interviene di testa Scappini all’indietro e il pallone sbatte sulla traversa. Islandesi vicini al 2-0. Al 22’ altro brivido, Montanari perde palla, in due contro uno la formazione ospite non ne approfitta. I pochi tifosi islandesi si fanno sentire. Prova a reagire la Virtus, rischia su una ripartenza per un fallo a favore che non viene fischiato, ma Guddo controlla sfilare il pallone. Al 31’ terzo corner per gli islandesi, Zenoni subisce fallo ma una volta a terra prende la palla ringhiando contro l’avversario e l’arbitro lo ammonisce. Direzione di gara che non convince troppo in questo primo terzo di gara. Si rianima il pubblico quando Niang prova ad accendersi sull’esterno, ma il tentativo viene smorzato dalla retroguardia islandese. Al 38’ sugli sviluppi di un angolo, in una mischia Kristinsson cade in area, reclamando un rigore che l’arbitro però non concede. Al 40’ lo stadio esplode. Niang pareggia di testa su un cross di Zenoni che era sgusciato via a Valgeirsson. Al 42’ la Virtus resta in inferiorità numerica dopo che Niang finisce a terra. Sembra fallo e sarebbe da espulsione, l’arbitro lascia correre, interviene Zenoni che, già ammonito, si prende un altro giallo e poi il rosso. Ora non basta un’impresa, serve davvero qualcosa in più. Tanto amaro in bocca per una decisione apparsa davvero troppo penalizzante per la Virtus, che dalla possibilità di restare con l’uomo in più si ritrova con l’uomo in meno. Nonostante tutto Niang ci riprova facendosi tutta la fascia venendo anticipato al momento di accentrarsi per cercare la conclusione da posizione laterale. Dopo due minuti di recupero si va all’intervallo con l’amarezza per una scelta apparsa molto discutibile.
Ripartiti, con il Breiðablik che può amministrare. Al 2’ pericolosa incursione islandese, ancora una volta si ha l’impressione che al minimo contatto gli ospiti accentuino molto la caduta. Al 5’ primo cambio, Einarsson lascia il posto a Steindórsson. Forze fresche e spazi che si aprono, ma la Virtus prova a restare in partita, sa che non ci sono alternative. Al 6’ la palla attraversa pericolosamente tutta l’area neroverde, poi l’azione prosegue, la Virtus va un po’ in affanno ma il fuorigioco funziona e i sammarinesi possono rifiatare. Con una prova di orgoglio e ricorrendo a ogni energia residua i sammarinesi provano anche a ripartire, ma al 13’ il Breiðablik colpisce con Ingvarsson e torna in vantaggio. Nonostante il colpo del ko, i ragazzi di Bizzotto provano a ricompattarsi. Ospiti ancora pericolosi con un tiro dalla distanza, poi la Virtus si gioca i cambi, entrano Lombardi per Gori e Amati per Montanari. Al 21’ ci prova un generosissimo Niang anticipato in angolo. Dall’angolino Amati ci prova direttamente dalla bandierina, il portiere alza un pallone insidioso che sarebbe entrato. Nonostante l’uomo in meno la Virtus prova mettere alle strette gli avversari che poi spezzano il ritmo con un doppio cambio, togliendo Thomsen per l’autore del gol Kristinsson e Bjarnason per Thorsteinsson. Risponde Bizzotto con De Lucia per Sabato, poi dopo la girandola di sostituzioni si torna a giocare e la conclusione ancora di Ingvarsson, deviata, finisce sull’esterno facendo correre più di un brivido sugli spalti. I pochi tifosi islandesi prendono coraggio, ancora sul corner nel groviglio umano un giocatore islandese finisce a terra, l’arbitro lo invita a rialzarsi. Soffre la Virtus, gli islandesi hanno più energie, al 30’ sfiorano il gol con il capitano Gunnlaugsson poi trovano il terzo gol con il neo entrato Thomsen. Cala il sipario, esce Buonocunto per Benincasa mentre nelle fila avversarie entrano Ómarsson per Jònsson e Magnùsson per l’altro Jónsson. Breiðablik sul velluto, ora la Virtus è alle corde. Nel recupero con generosità i neroverdi si buttano in avanti. Quattro minuti di recupero, il risultato non cambia. Resta il cammino esaltante compiuto dalla Virtus. Certe notti, come cantava Ligabue, vale comunque la pena viverle, anche se resta l’amarezza ripensando ad alcune decisioni arbitrali e al fatto che giocandosela 11 contro 11 il finale forse poteva essere diverso. Finisce con i tifosi cantano “grazie ragazzi” e la squadra sotto la tribuna. Poi applausi per tutti. Tranne che per la terna che esce tra i fischi.