Calcio D, Imola e i tre mesi grotteschi di Altomonte, una commedia all’italiana dal finale triste

Cosa ha portato materialmente Domenico Altomonte al Bacchilega nei suoi 3 mesi imolesi? Probabilmente ci si ferma a quella “borsina” con le caramelle e il bagnoschiuma al bergamotto che venne fatta trovare sulle sedie dei giornalisti il 18 luglio, giorno in cui cominciarono tre mesi grotteschi per l’Imolese. Tre mesi nei quali a tutte le certezze che con grande merito sono arrivate finora da D’Amore e dai suoi ragazzi sul campo, si sono aggiunti, giorno dopo giorno, i dubbi legati al ruolo di Domenico Altomonte in questa Imolese.

“Presidente senza portafoglio”

Dubbi nati giusto il tempo di iniziare il campionato, scoprendo, settimana dopo settimana, che quello che doveva essere il “presidente” (virgolettato come nel comunicato emesso ieri dall’Imolese) e futuro proprietario dell’Imolese era in realtà un presidente “senza portafoglio”. Altomonte non ha infatti mai acquisito quote della società, bucando regolarmente tutte le scadenze che, nelle due occasioni in cui si era concesso alle interviste del Corriere Romagna, aveva annunciato essere tali, ovvero fine agosto e fine settembre. Già, fine settembre: quella data che, nel post-Aglianese, Altomonte aveva messo come termine entro il quale avrebbe acquisito la società che allora definì «con una base solida», che evidentemente non lo comprendeva visto che ieri la stessa Imolese ha messo alla porta sia lui che la vicepresidente (nonché sua compagna di vita) Marion Bratz con un comunicato pesante. Un comunicato nel quale si parla di «decisione necessaria in quanto non si sono verificate le condizioni necessarie e le promesse fatte da Altomonte. La società agirà per vie legali al fine di accertare nelle opportune sedi quanto successo».

Stop a sfilate e a bergamotto

Fine delle sfilate in tribuna scortato da una guardia del corpo personale (per la serie “a pensar male”...) nella salita verso il palco presidenziale fra tifosi e addetti ai lavori adoranti. Fine della salita a metà tempo del cabaret di pasticcini verso quel palco presidenziale dove un elegantissimo Altomonte ha invitato tutti i dirigenti delle squadre avversarie. Fine della sfilata di fine partita, con le fughe a gambe levate per evitare le domande scomode. Fine di una storia al bergamotto legata anche ad uno sponsor sulle maglie, Bologna Manifatture, società della quale in Camera di Commercio non c’è traccia e della quale nemmeno il direttore generale Ulisse Savini sa indicare (come confermato nel post-Pistoiese) la natura dell’attività. Fine di tre mesi nei quali ad ogni occasione pubblica Altomonte ha incassato l’endorsement dell’amministrazione comunale (impossibile dimenticare la presenza, “storica” per una presentazione dell’Imolese, del sindaco Marco Panieri in quel 18 luglio in cui tutto iniziò).

Ma perché tutto questo?

Se fosse una commedia all’italiana il titolo potrebbe essere “il profumiere e la brasiliana” ma, non essendo un film, non resta che chiedersi il perché tutto questo sia accaduto, ovvero perché Altomonte ha scelto di imbarcarsi in questa avventura imolese che si conclude con un nulla di fatto esattamente come accaduto nel 2019 a Varese, quando l’imprenditore calabrese rinunciò, quando tutto sembrava apparecchiato, ad acquisire il glorioso club lombardo. Il presidente non deve necessariamente avere quote in società, il proprietario invece deve mettere soldi: capire come mai questo non sia accaduto è uno dei dubbi che l’Imolese sarà chiamata a spiegare.

La società ieri ha rassicurato tutti sostenendo che «la stabilità vedrà protagonisti Sandro Di Benedetto e Ulisse Savini, come finora è stato». Ora, però, si dovrà lavorare per rateizzare il debito con l’Agenzia delle Entrate, condizione necessaria per poter essere appetibile a nuovi acquirenti che, necessariamente, dovranno ora avvicinarsi all’Imolese. La sensazione è che qualcosa bolla in pentola e che la prossima settimana possano tornare d’attualità persone già legate all’Imolese in un recente passato: persone credibili e che hanno alle spalle aziende visibili e reali.

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