Calcio D, il pazzo 2023 di un’Imolese che ora cerca la salvezza

E dire che questo 2023 ormai agli sgoccioli era cominciato per l’Imolese con tanto ottimismo. Tutto ciò scaturiva da una campagna acquisti con nomi mai visti da queste parti (Simeri e Paponi, giusto per non dimenticare) e da quella carica che venne a metà gennaio quando la conferenza stampa del “tutti uniti ce la faremo” vide “i 3 amici al bar” (copyright Deni) Coppa, Cutrufo e lo stesso Deni spronare tutta la squadra presente al Bacchilega.

L’inizio della fine

Poi però cominciarono i primi sinistri scricchiolii (Cutrufo che abbandona la nave quando capisce che vuole tenere il timone l’unico che non è in grado di tenerlo, nonostante abbia nominalmente il 70% delle quote) che faranno da preludio al crollo. Infatti l’Imolese comincia settimana dopo settimana a capire che i guai sono dietro l’angolo fuori dal campo, dove si opera “alla sanfasò” laggiù all’ombra del tempio della Concordia dove tutte le scadenze imposte dalla Figc vengono bucate e dove si pensa a battagliare contro chi lo segnala a scadenza quotidiana anziché fare le cose secondo le regole.

All’inferno... a tavolino

La retrocessione arriva a tavolino quando la stagione regolare è già terminata. Brutto ripensare a quel grande sospiro di sollievo che Antonioli ed i suoi ragazzi avevano tirato dopo la vittoria casalinga sul San Donato Tavarnelle che sembrava dare la certezza dei play-out. Bruttissimo pensare a cosa accadde dopo la gara con la Reggiana quando i nodi vennero al pettine e la penalizzazione dei 7 punti complessivi “limati” da Coppa (uno che come colpa ha avuto quella di lasciare tutto in mano a Deni) significò addio alla Serie C.

Rossoblù alla lituana

Un addio che lascia spazio a mesi nei quali si scopre che non è stato depositato (e non lo è nemmeno ora) il bilancio del 2022 di una società che ad inizio estate passa in mano ad una società lituana, ovvero la Futbola Investicija di Ulisse Savini il quale si piglia la patata bollente in mano visto che ai debiti per varie centinaia di migliaia di euro si aggiungono i “famosi” mutui sul Bacchilega aperti dalla famiglia Poggi-Spagnoli ed ereditati da De Sarlo che li ha poi “passati” alle proprietà successive. Ci sono 350 mila euro da trovare per iscrivere l’Imolese: Savini comincia a cercare partner ed ecco che irrompe sulla scena Domenico Altomonte, ennesimo personaggio in cerca d’autore di un 2023 da commedia dell’arte. l’imprenditore calabrese con il suo alone al bergamotto riesce ad ammaliare tutti (sindaco Panieri compreso) quelli che vogliono credere alle favole. Così si presenta il 18 luglio come presidente e futuro detentore delle quote di maggioranza di un’Imolese che il giorno prima si è iscritta pagando gli stipendi mancanti attraverso la Terre del Duca (società riconducibile a Sandro Di Benedetto, vicepresidente che ad Imola è stato portato da Deni la scorsa stagione) mentre si scoprirà che nello stesso giorno in cui si prometteva serietà e chiarezza la società era stata acquisita al 70% da Nicola Vocaturo senza che nessuno dei presenti alla presentazione del nuovo assetto ne facesse cenno.

Un entusiasmo tradito

Imolese iscritta e carico di entusiasmo legato al fatto che giocheranno i giovani di casa al Bacchilega. Tutto bene, se non fosse che la prima mossa della società è quella di non pagare gli stipendi residui di giugno 2023 e cominciare così la stagione in D con un -1 che arriverà solo più avanti e che conferma come dalle parti del Bacchilega si debba fare quotidianamente conto anche sul singolo euro. La squadra gira bene, in tribuna ad ogni partita casalinga il “profumiere” Altomonte fa la sua passerella nel palco presidenziale davanti ad addetti ai lavori e tifosi adoranti. Sembra una favola, invece la realtà è che Altomonte di fatto ha portato ad Imola solo una borsa con delle caramelle e dei profumi il giorno della presentazione e ad un certo punto Di Benedetto dice stop, estromettendolo dalla società e prendendo in mano la baracca. Si procede a vista fuori dal campo (i debiti sono un fardello ancora ben presente) mentre le cose in campo prendono una brutta piega visto che il 2023 si chiude con 5 sconfitte consecutive senza un gol segnato su azione che riportano tutti sulla terra.

Al 2024 l’Imolese chiede la salvezza, dentro ma soprattutto fuori dal campo.

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