“Il calcio di provincia ha un’aria speciale che nessuno sceicco può riprodurre”: la passione per la Sammaurese in un libro

Calcio

«Tutto questo lo sai e sai dove comincia la grazia o il tedio a morte del vivere in provincia». Difficilmente Francesco Guccini aveva pensato alla Sammaurese Calcio quando scrisse “Canzone quasi d’amore”. Alla Sammaurese invece ha pensato Filippo Fabbri, uno che canta un po’ peggio di Guccini, ma in compenso ne capisce più di calcio, così nel giro di 148 pagine ha scelto di spiegarci cosa voglia dire raccontare l’epopea della squadra del suo paese. Una canzone quasi d’amore per la maglia giallorossa che è diventata un libro dal titolo “Otto anni D paradiso” (Il Ponte Vecchio editore), la storia di una eterna matricola che da anni si diverte a ribaltare i pronostici e stupisce il calcio di quarta serie. Filippo segue da anni le vicende della Sammaurese per il Corriere Romagna e non si può dire che non si sia divertito a raccontare con passione le vicende di una squadra che ha stupito tutti in Serie D, guardando negli occhi senza paura ex grandi del calcio con un passato in Serie A: dal Parma al Cesena passando per Reggiana e Mantova.

“Otto anni D Paradiso” è il racconto di una avventura che va dalla stagione 2015-2016 a quella 2022-2023, un percorso in Serie D fatto di pronostici puntualmente ribaltati in nome della suprema democrazia del campo di gioco. In campo si gioca undici contro undici e per fortuna non conta come ti chiami, ma come giochi e la Sammaurese in questi anni è riuscita a battere avversarie come Campobasso, Carpi, Fermana, Forlì, Giana Erminio, Matelica, Pistoiese, Prato, Ravenna, Reggiana, Rimini e Vis Pesaro, oltre allo storico pareggio al Tardini di Parma davanti a 11mila spettatori. «Da nove anni seguo con passione la Sammaurese per il Corriere Romagna – racconta Filippo – una passione che ormai è diventata una dipendenza».

Nel libro si raccontano le partite da ricordare di 8 stagioni vissute spesso oltre i propri limiti, ripercorrendo le gesta dei protagonisti in campo e l’atmosfera sugli spalti. E se gli si chiede cosa voglia dire essere il corrispondente di una squadra di provincia, Filippo risponde con il riassunto di una passione che una volta spuntata, beh, non se ne va più via: «Sembrerà strano ma mi sento un privilegiato. Perché posso vivere e raccontare il calcio dal di dentro, in un rapporto diretto con i giocatori, senza passare per uffici stampa e vincoli societari. Il calcio di periferia in fondo è questo: persone che ti fermano allo stadio e fai due chiacchiere prima e dopo la gara, una bevuta insieme al gestore del bar del Macrelli, giocatori con i quali ti confronti senza filtri di sorta. Quando il Cesena venne al Macrelli nel match di campionato si respirò un’aria d’altri tempi, si scrisse. Ecco, in questi otto anni è stata questa l’aria che si è respirata a San Mauro Pascoli, quell’ingrediente speciale che nessuno sceicco potrà comprare o riprodurre, quel qualcosa che mi ha spinto a raccontare questo piccolo miracolo sportivo di una minuscola società di calcio chiamata Sammaurese».

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