Okitokandijo, una rovesciata da sogno per conquistarsi la fiducia di tutto il Forlì: «Desideravo rendermi utile alla squadra»

Se non fosse che l’Harleem dove è nato si trova in Olanda e non negli Stati Uniti, Stevy Okitokandjo potrebbe davvero essere equiparato alla celebre squadra dei globetrotter di basket. Se però globetrotter è inteso nell’accezione più tradizionale di giramondo, allora Okitokandjo rientra decisamente nella categoria avendo calcato i campi da calcio di Olanda, Belgio fino al Venezuela per disputare la Coppa Libertadores con il Puerto Cabello. Lo sbarco in Italia era stato accompagnato da attesa e speranza. Però a Forlì sembrava essere diventato un oggetto misterioso, tanto che il diesse Cristiano Protti aveva iniziato a muovere mezzo mondo per aiutarlo a cercargli squadra. Ma questa ipotesi è caduta dopo la doppietta con cui ha regalato al Forlì la vittoria in casa del Cittadella Vis Modena. Così adesso Stevy Okitokandjo si gode il momento. E la prodezza del 2-3 finale: «Il gol in rovesciata? Dico la verità un gesto atletico così l’avevo compiuto solo quando ero un ragazzo e mai da professionista mi era capitato di realizzarne uno simile».
Acrobazia balistica a parte, l’impressione maggiore l’ha destata quando l’arbitro ha assegnato il calcio di rigore al Forlì, con “Oki” che ha preso il pallone e si è avviato verso il dischetto: «Non sentivo il peso della responsabilità: in quel momento ho avvertito fiducia. Volevo sfruttare la possibilità di rendermi utile alla squadra».
Grazie alla doppietta di mercoledì, Okitokandjo è arrivato così a 3 gol in soli 102 minuti di utilizzo con una media che al momento appare stratosferica, una rete ogni 34 minuti. E infatti la difficoltà maggiore per il centravanti di passaporto olandese non è rappresentata dai difensori avversari ma dal rapporto con l’italiano: «Ho un problema con i verbi che sono tanti e complicati», così l’intervista è stata condotta con l’addetto stampa biancorosso Francesco Zambianchi in qualità di traduttore. «Ora sto molto meglio dal punto di vista fisico-atletico ma mi manca ancora il ritmo partita. Cosa significa questa doppietta? L’ultima l’avevo realizzata in Portogallo, poi in Venezuela non mi è mai successo. Come conseguenza penso che ora potrò avere più spazio».
Ieri, alla ripresa degli allenamenti, ha fatto anche una lunga seduta dal fisioterapista per rimettere in sesto la distorsione alla caviglia rimediata in uno scontro con il portiere modenese Piga. Ma è stato anche festeggiato negli spogliatoi a dimostrazione di come sia cresciuta la stima nei suoi confronti. «Il livello del campionato mi ha impressionato, c’è un mix di tecnica, agonismo e ritmo: è tutto superiore a quanto mi aspettassi. Poi tutte le squadre sono molto ben organizzate dal punto di vista tattico».