Miramari: “Bravo Forlì a non accontentarsi”

Il fattore Miramari. Se la rocambolesca vittoria in rimonta del Forlì a San Benedetto del Tronto lascia aperti diversi campi di interpretazione, una certezza è evidente: la mano del tecnico biancorosso. O meglio le sostituzioni che ha operato in corso d’opera, andando a pescare nell’armadio delle risorse disponibili, e che hanno conferito un volto diverso ed un impulso nuovo al Forlì per raddrizzare un risultato negativo: «A inizio ripresa ho modificato l’assetto, aggiungendo più palleggiatori a centrocampo (dentro un attaccante come Coveri, fuori Scorza con Farinelli arretrato, ndr) perché non riuscivamo ad uscire da dietro e ad impostare l’azione. Stavamo perdendo troppi palloni in mezzo al campo. La partita è piano piano cambiata, ma per buona parte dell’incontro la Samb ci è stata superiore».
A voler essere pignoli, più che una Samb superiore (vista la pochezza complessiva dimostrata dai marchigiani), si è visto un Forlì spento e incapace di creare gioco per 75 minuti. Poi l’inserimento sulla destra di Manetti, che poco prima aveva liberato per il tiro Petrelli, il filtrante per Macrì (tornato al ruolo più congeniale di punta esterna dopo l’uscita di Simone Saporetti) e da questi l’assist per la fiondata vincente di Menarini. E 7 minuti dopo l’operazione sorpasso è divenuta realtà. «La nostra filosofia – ricorda Miramari – è sempre quella: preferiamo rischiare. Per questo siamo andati a recuperare subito palla: non ci siamo accontentati del pareggio. Infatti abbiamo continuato ad attaccare fino alla vittoria».
La Samb ha dato l’idea di essere undici giocatori distanti tra loro, con poco sentimento di squadra e una spiccata propensione ad esaltare le caratteristiche individuali: «Il primo tempo - ricorda Miramari - è stato equilibrato fino al calcio di rigore. Nella ripresa da un nostro errore in palleggio è arrivato il vantaggio della Sambenedettese. A quel punto loro hanno creduto di avere la partita in pugno, noi ci abbiamo creduto e sono rimasti sorpresi dalla nostra reazione».
La Samb dopo il gol di Eusepi ha arretrato il baricentro non andando più a prendere alto il Forlì e lasciando quindi libertà a Menarini. Quando lasciati giocare, i Galletti, avendo idee e sapendole applicare, sanno diventare fortissimi. Le ultime due partite hanno però portato alla ribalta un tema nuovo per il Forlì, sconosciuto anno scorso in D: la pressione costante su Menarini per togliere idee e ritmo alla squadra. Il Ravenna aveva provato lo schermo alternando i due attaccanti, Palladini è stato più esplicito sacrificando N. Tourè. Se altre squadre ripeteranno la mossa il Forlì dovrà “creare anticorpi” per non perdere l’orientamento.
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