Il Perugia ha fatto emergere tutti i limiti strutturali del Forlì

Il Perugia è il Grinch che ha rovinato il Natale al Forlì. I Galletti, apparsi con la testa già in vacanza, hanno chiuso l’andata nel peggiore dei modi, surclassati 4-0 da un avversario che ha fatto meglio in tutto. Aggressiva e compatta, la squadra di Tedesco ha messo subito alle corde i biancorossi romagnoli, in particolare grazie alla velocità di Tumbarello e Bacchin, e alla prova monstre di Montevago, pericolo pubblico numero uno con la rete del 2-0, il palo dalla distanza sull’improvvida uscita di Martelli (85’) e svariate altre occasioni.

Prestazione priva di tutto

Poi è vero che il risultato si è sbloccato su un rigore generoso, decretato, dopo la revisione al Football Video Support, per una trattenuta di Cavallini ai danni di Bacchin come se ne vedono tante in area, tuttavia il Forlì, sarebbe capitolato comunque. La difesa biancorossa è stata imbarazzante. Il meno peggio si è rivelato Manetti, che almeno si è prodotto in qualche discesa sulla fascia e ci ha messo la solita grinta. A sinistra, invece, Cavallini, oltre a causare il penalty dell’1-0 e a perdersi Montevago in occasione del raddoppio, si è fatto sempre prendere in mezzo dagli avversari, così come i due centrali, Lorenzo Saporetti ed Elia. Le sofferenze della retroguardia si spiegano anche con un centrocampo che ha fatto poco o niente filtro. Menarini a parte qualche lancio illuminato, non è mai riuscito a dettare i tempi alla squadra, travolto dalla superiorità degli umbri in mediana, mentre De Risio, pur cavandosela con il mestiere, ha di nuovo mostrato di non avere la personalità per aiutare la squadra nei momenti di difficoltà, come ci si attenderebbe da uno con la sua esperienza in categoria. Anche Scorza, che pure la Serie C l’ha masticata, ha confermato tutti i propri limiti: entrato in campo all’11’ per Farinelli, il suo apporto è risultato nullo. Sul fronte offensivo, Coveri, prima a destra poi a sinistra, non ha mai inciso, qualcosa di più hanno combinato Macrì e soprattutto Petrelli, unico a provarci. Ciononostante, i Galletti hanno prodotto pochissimo, e quasi esclusivamente con soluzioni da lontano. Dei 14 tentativi effettuati, appena 3 hanno centrato lo specchio, tutti innocui e facile preda di Gemello (un destro centrale di Macrì al 6’, un piatto debole di Petrelli al 64’, l’incornata di Lorenzo Saporetti nel recupero).

Assenza di un piano B

Sicuramente, errori individuali e letture sbagliate hanno favorito le micidiali ripartenze dei giocatori di Tedesco, tuttavia, l’impressione è che quando gli avversari non concedono spazi e non è possibile sviluppare il solito gioco, il Forlì si trovi disarmato. Schermato Menarini e bloccate le corsie laterali, infatti, i Galletti non sanno che pesci pigliare. Tridente e centrocampo a tre diventano così un lusso insostenibile, specie contro squadre che in mezzo schierano quattro o cinque giocatori e hanno, quindi, gioco facile a prendere il comando delle operazioni. Il 4-3-3 è la cifra di Miramari e il modulo con cui il Forlì ha incantato in Serie D, tuttavia, adesso, urgono soluzioni diverse, altrimenti gli avversari, che ormai conoscono i biancorossi, avranno davanti un tappeto rosso.

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