Il forlivese Giovanni Milanesi: "Le cassette di Vialli sul pullman della Samp e tutti a cantare "Ci vorrebbe un amico" di Venditti"

Calcio

«Io ti voglio ricordare vincente, sempre con le braccia alzate al cielo». Nel coro dei tanti che inneggiano a Gianluca Vialli nel giorno della sua scomparsa, a soli 58 anni, s’inserisce a pieno titolo anche un forlivese: Giovanni Milanesi. Classe 1966, lavora come tecnico presso il Comune di Forlì. In gioventù è stato compartecipe di una delle “favole” più avvincenti della storia calcistica italiana, la Sampdoria dei “gemelli del gol” Gianluca Vialli e Roberto Mancini. «Ho avuto la fortuna di giocare con entrambi - racconta Milanesi - fra il 1983 e il 1985, gli anni in cui la Samp faceva le “prove” per il grande exploit del 1991, quando vinse lo scudetto. Ho cominciato negli Esordienti di una piccola società, fino a passare nel settore giovanile del Forlì Calcio e fare tutta la trafila verso la prima squadra». Arriva l’esordio nella vecchia C1 e Milanesi è notato da Paolo Borea, direttore sportivo della Sampdoria, che va dal mitico “Vulcano” Bianchi e gli comunica la volontà di portare nella Primavera blucerchiata quella promessa 17enne. Luglio 1983: al suo arrivo a Genova, Giovanni si ritrova sotto la sede societaria al fianco di giocatori del calibro di Brady, Francis e Scanziani. Il sabato si allena e gioca con la Primavera di Marcello Lippi, mentre la domenica va in tribuna, oppure in panchina con la prima squadra. Gli allenamenti del giovedì erano unificati ed è lì che incontra Vialli e Mancini. «Di Gianluca ho solo bei ricordi. Era un esempio di caparbietà e professionalità assoluta. Instancabile nella preparazione, insegnava a mettere sempre la passione ed il cuore in ogni azione di gioco». Nella memoria di Milanesi restano indelebili le due partite di Coppa Italia 1984-1985, giocate con la prima squadra allenata da Eugenio Bersellini: «A Lecce vincemmo 3-0 (tripletta di Francis ndr) e Vialli mi servì un bellissimo passaggio». Giovanni tirò da fuori area scheggiando la traversa e Gianluca gli sussurrò: «Dai, Mila, andrà meglio la prossima volta». In una partitella del giovedì, Giovanni gli fece l’assist per un suo gol e lui esultò come in una partita vera, abbracciandolo e trasmettendo tutto il suo carisma. «Al Torneo di Viareggio ebbi l’onore di giocare con Vialli e Mancini contro il Como (visto il turno di riposo della serie A, Bersellini li volle in campo perché non perdessero il ritmo ndr). La partita, combattutissima, finì 0-0, ma Gianluca fece un’ottima partita e giocò, come del resto Mancini, alla morte, esattamente come se fossero in prima squadra, senza risparmiarsi, professionisti fino in fondo. Nel pullman durante le trasferte, Vialli metteva su la cassetta di Venditti e cantavano a squarciagola “Ci vorrebbe un amico”». Gianluca aveva quel senso di amicizia forte che poi coltivò con Mancini, fino all’ultima avventura insieme agli Europei 2020, vinti nel 2021 a Londra. «Ciao Gianluca, fai buon viaggio, campione immenso».

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