Calcio C, Fiorella Poggi: "L'Imolese ci sarà e giocherà a Imola"

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Fiorella Poggi, dopo il playout di un anno fa lei disse: "Non possiamo andare avanti da soli, è durissima". Ora?

«Ora dico che è “durissimissima”. Vedremo cosa succederà, abbiamo qualche situazione aperta per il futuro: potrebbero esserci ingressi in società, abbiamo proposte di tutti i tipi, sia per la vendita della società, sia per l’acquisizione di quote minoritarie».

Non è una novità da poco…

«Pensiamo ad una quota minoritaria perché noi siamo un po’ dei solisti: l’Imolese non è una struttura per la quale si ragioni di mettersi a tavolino per fare consigli di amministrazione, da noi c’è una persona che decide tutto che è Lorenzo, punto. Il nostro sistema non può che essere questo per cui, almeno inizialmente, chi entra non può che accettare questa situazione e non è facile. Non vogliamo che le cose cambino, per noi questo deve essere un divertimento per cui se non fosse più così la faremmo finita noi».

Indizi sull’eventuale “mister X” che potrebbe affiancarvi?

«E’ una persona che stimiamo e che è un neofita: se dovesse entrare in società comincerà a fare parte del nostro entourage, inizialmente dovrà imparare a conoscere noi ed il mondo del calcio da dentro. E’ una persona di Bologna che non c’entra niente con Imola, ci conosce ma non è un industriale. Su venti proposte che abbiamo avuto, ne stiamo valutando due per la questione legata all’ingresso minoritario. Non è il primo anno che abbiamo proposte di questo tipo. Credo che decideremo entro fine giugno se ci sarà questo ingresso. I nomi non si fanno perché non c’è niente di concreto».

Un anno come quello appena concluso, con la salvezza e con giovani di proprietà decisamente interessanti, ha portato un po’ di luce?

«Parlando solo di numeri, siamo stati la società che in Lega Pro dopo la Casertana ha incassato di più a livello di minutaggio. Considerando le coperture dei prestiti, probabilmente siamo anche davanti a loro: diciamo che siamo quelli che hanno lavorato meglio a livello di contributi. Se non ci fosse stato il Covid con le conseguenti spese sanitarie da 200 mila euro per il protocollo medico, il ristorante del Bacchilega chiuso e il pesantissimo affitto del campo della Virtus Verona, beh, saremmo riusciti a chiudere in pareggio questa annata. E sarebbe stato qualcosa di simile ad un miracolo, nonostante gli sponsor che sono venuti a mancare per qualche centinaia di migliaia di euro: considerate che tutti gli sponsor di Imola sono venuti meno…».

Senza il Covid, quindi, l’Imolese salvandosi avrebbe compiuto un’impresa anche in banca?

«Chiudere in pareggio ed esserci salvati con il bilancio in pareggio sarebbe stato un miracolo in questa categoria. Con il nostro monte stipendi attorno ai 900 mila euro, le valorizzazioni ed i contributi della Lega in un anno normale avresti portato a casa le penne, rischiando però di retrocedere. Tolte le spese straordinarie di costo, avremmo chiuso con il bilancio in pareggio».

Il segno più della stagione: salvezza e Lombardi-Torrasi-Siano-Angeli. E’ d’accordo?

«Sì, diciamo che a patrimonio probabilmente abbiamo diverse centinaia di migliaia di euro, ci sono giocatori giovani molto interessanti e futuribili: questo è quello che l’Imolese vorrebbe fare sempre, quest’anno ci siamo assolutamente riusciti».

Il segno meno è quello di sempre: Imola e chi la guida fatica a passare dalle parole ai fatti…

«Sono passati 6 mesi da quel 15 novembre e le luci che non si accesero al Galli, con il sindaco che si era detto dispiaciutissimo per quanto accaduto con il Sudtirol e ci disse di preparare il conto per il danno subito. Io glielo ho presentato la settimana successiva ma è rimasto lettera morta: da allora ci siamo interfacciati con il Comune attraverso l’avvocato Cennie la nostra segretaria Elisa Tassinari, alla quale ho sempre detto che era una perdita di tempo fare certi incontri. Due giorni fa ho inviato una Pec con la richiesta di risarcimento danni, andremo in causa. Cosa devo fare? E’ sempre la stessa storia, da parte del sindaco attuale vedo gli stessi comportamenti del suo predecessore di qualche anno fa. Io non vedo differenze rispetto al passato: si era detto che sarebbe stato importante lo sport quando eravamo in campagna elettorale, da allora ci si è limitati a fare un post sui social per complimentarsi per la salvezza conquistata sabato scorso».

Insomma, vi sentivate e vi sentite abbandonati al vostro destino?

«Certo. Non è assolutamente cambiato nulla, anzi addirittura c’era l’opportunità di far vedere che qualcosa poteva cambiare pagando quei 22 mila euro del Sudtirol ma tutto è rimasto fermo lì. Tutte le spese sostenute in passato, per esempio per le torri faro mobili, finiranno in cavalleria: io le metto a bilancio e loro le mettono a bilancio ma continuano a non pagare ed io continuo a chiederli».

Sotto l’Orologio si dice che l’anno prossimo, visto il ruolo sempre più centrale di suo marito, la nuova Imolese prevederà qualche investimento di mercato in più. Vero?

«Non penso proprio».

La certezza però è che l’Imolese ci sarà, giusto?

«Certo, l’Imolese ci sarà e sarà ad Imola. La questione legata al trasferimento a San Lazzaro al momento è congelata: se la sindaca Conti il 20 giugno vincerà le primarie a Bologna, San Lazzaro sarà commissariata per cui tutto assolutamente si fermerà».

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