Coronavirus e calcio, in Romagna stop alle giovanili sul più bello

Calcio

Il campionato Berretti ha detto stop a due giornate dalla fine della prima fase, con i giocatori delle squadre di punta dei vivai romagnoli costretti a un periodo di inattività mai così lungo.
Una ferita sportiva in più in questo momento così particolare. Restano però i segnali lanciati da ragazzi del territorio che hanno l’aspirazione di diventare giocatori nelle squadre in cui hanno fatto la trafila nel vivaio.

Cesena, chiusura da capolista
Il Cesena alla fine ha conquistato un effimero primo posto che comunque rappresenta un buon segnale per una realtà che l’anno scorso gravitava pur sempre tra i dilettanti. «Sono soddisfatto per quello che ho visto e per la crescita dei ragazzi - parte l’allenatore Giovanni Ceccarelli - e la cosa che mi fa più rabbia è questo tempo perso per il loro percorso di maturazione. La salute viene ovviamente prima di tutto, ma da sportivi è normale che ci sia del dispiacere per non potere scendere in campo».
Ceccarelli ha chiuso la stagione con un dubbio rimasto irrisolto: «Lo stop definitivo è arrivato quando avevamo perso due partite di fila e avrei voluto capire se era dipeso da un rilassamento per il primo posto matematico, oppure da altro. Magari stava iniziando una involuzione da affrontare nei suoi aspetti, o forse stavo sbagliando qualcosa io nel mio lavoro. Un campionato in fondo è un percorso di crescita e di conoscenza che riguarda tutti, nessuno escluso. Ripeto: mi dispiace soprattutto per almeno 6 mesi di tempo perso, per i ragazzi e per noi dello staff».

Tra le individualità che si sono messe in luce spiccano l’esterno d’attacco Fabretti (di proprietà del Bologna), l’interessante portiere Bizzini (di proprietà del Bologna, ma il Cesena ha una opzione), i difensori Fabbri e Magi e i centrocampisti Rocchio e Vallocchia. «Io sono contento per la crescita dal punto di vista tecnico-tattico e anche per la crescita professionale dei ragazzi, davvero bravi e seri. Alcuni poi li avevo considerati poco all’inizio, invece col lavoro si sono ritagliati uno spazio importante. Il livello del campionato? Dipende dal parametro che si usa: rispetto al campionato Juniores Nazionali di un anno fa, molto superiore; rispetto all’Under 17 di A e B di due anni fa, decisamente inferiore. Noi come rosa eravamo i più forti, ma l’obiettivo non è essere forti, è diventare bravi».

Ravenna e la forza del gruppo
«Io sono soddisfatto della nostra stagione - inizia l’allenatore del Ravenna Marcello Ottaviani - a due giornate dal termine della stagione regolare eravamo terzi in classifica e i ragazzi stavano ripagando la mia fiducia. Io credevo molto nelle loro doti e direi che col passare dei mesi hanno confermato il loro valore». Tra i giocatori che si sono messi maggiormente in luce in questa stagione spiccano tre 2002: il portiere Salvatori (già aggregato alla rosa di Foschi come terzo estremo difensore), il difensore centrale Cesprini e il jolly offensivo Marra, un elemento capace di disimpegnarsi sia da trequartista che da attaccante. Sono tre individualità (tutte di Ravenna) che possono giocarsi le loro carte per un ritiro con la prima squadra verso la prossima stagione: «Io preferisco sottolineare la crescita generale che ho visto nel corso di questi mesi - prosegue Ottaviani - soprattutto ho apprezzato il fatto che col passare del tempo si è costruito un gruppo forte e con dei bei valori nello spogliatoio. A livello tattico, inizialmente eravamo partiti col 3-5-2 a specchio con la prima squadra. Successivamente, per qualche infortunio e per valorizzare le caratteristiche di qualche giocatore, siamo passati al 4-3-2-1 con risultati soddisfacenti. Il livello del campionato? Direi buono: non ho visto squadre materasso e in generale c’era sempre la voglia di giocare a calcio».

Imolese e le prospettive
In casa rossoblù il campionato è andato in archivio in anticipo, ma nel segno della soddisfazione: «La stagione era stata fino a febbraio positiva - dice l’allenatore Francesco Sintini - eravamo in linea con i programmi e le potenzialità di una squadra che era riuscita con il quarto posto a stare nella zona buona per la seconda fase del campionato. I ragazzi moralmente sono ovviamente giù per lo stop anticipato che toglie gli ultimi 3-4 mesi della stagione e probabilmente per tanti di loro segna la fine dell’esperienza con la Berretti. In molti sono pronti per poter giocare nei campionati dilettantistici come la D o l’Eccellenza, mentre giocatori come gli attaccanti Mattiolo e Sabbatani e il centrocampista Carofiglio possono tranquillamente partire nella prima fase della preparazione della prima squadra in C. Per loro si può pensare ad un percorso come quello di Alboni (terzino destro, ndr) e Suliani (mediano, ndr) della scorsa stagione aggregati stabilmente alla prima squadra, con Alboni che è cresciuto davvero tantissimo e che se rimarrà all’Imolese è pronto per giocare in C, mentre se sceglierà la D la farà da protagonista. Nella Berretti noi abbiamo scelto sempre di giocare con un anno di meno (questa stagione tutta la rosa era composta da 2002, ndr). Per alcuni dei ragazzi di questa stagione, il percorso di crescita strutturale e tecnica potrebbe prevedere un altro anno nei giovani, ma per tanti di loro la strada è giocare con i grandi, anche se non va dimenticato che la crescita dei giovani non avviene sempre in maniera immediata. Di conseguenza, credo sia meglio partire gradualmente nel primo anno con i senior che attende tanti di questi ragazzi quando il calcio riprenderà».

Rimini, bilancio positivo
In casa biancorossa, il tecnico Giordano Cinquetti archivia questa strana annata col sorriso. «Anche se era inevitabile, ovviamente mi dispiace per la sospensione, ancor più per il fatto che è arrivata proprio quando eravamo nel nostro periodo migliore. Sono molto soddisfatto della stagione perché siamo partiti benino, crescendo notevolmente e avremmo meritato sicuramente qualche punto in più in classifica». Sotto quale aspetto è cresciuta di più la squadra? Cinquetti allarga il concetto a diversi aspetti: «La squadra è cresciuta sia sul piano tecnico sia su quello tattico, sapeva cosa fare in campo e il punto di forza è il gruppo. Non dimentichiamo che eravamo tra le pochissime rose del girone con soli giocatori del 2002 ma ci siamo assestati velocemente senza soffrire questo aspetto».
In vista c’è qualche giocatore che potrebbe essere promosso in prima squadra? «È sempre scomodo fare nomi, però già diversi ragazzi si sono allenati con la prima squadra e hanno le carte in regola per potersi aggregare, poi sarà la società a decidere. Il centrocampista Pari è ormai in pianta stabile con i più grandi e qualche volta è venuto a fare una sgambata in Berretti per prendere il ritmo. La punta Pecci, il difensore Santarini e il centrocampista Semprini sono già stati convocati andando in panchina. Angelini, che è addirittura un centrocampista del 2003, prima di approdare al Milan giocava con noi (ha debuttato anche in coppa Italia in estate a Pesaro sotto la gestione di Renato Cioffi ndr). Senza dubbio sono molto contento, perché si stanno vedendo i frutti del nostro lavoro».

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