Zaro, Bisoli e Blesa hanno dato una nuova dimensione al Cesena

Agli applausi scroscianti ricevuti contro il Pisa, venerdì sera il Cesena ha aggiunto anche i gol e i punti al termine di una partita che ha sfiorato la perfezione. Solo le polveri bagnate del primo tempo, le superbe parate di Desplanches e un gol tanto bello quanto episodico di Olzer hanno tenuto viva la partita fino all’intervallo, poi il Cavalluccio ha preso il largo ripartendo dal gol più atteso: quello di Cristian Shpendi, decisivo proprio come due anni fa nel primo blitz della storia del Cesena all’Adriatico. Per misurare il peso della partita di Pescara non va dimenticata la forza d’urto della matricola abruzzese: la squadra sgangherata e mutilata da due squalifiche pesanti (l’ex bianconero Valzania e l’ottimo Dagasso) non può essere un banco di prova attendibile tra i cantieri di fine agosto, ma questo non toglie nulla alla proposta e all’atteggiamento del Cesena. Gli uomini di Mignani non si sono mai adeguati alla mediocrità del Pescara, ma hanno prodotto un calcio piacevole, redditizio e mai fine a se stesso, che ha permesso di calciare verso la porta abruzzese 19 volte in 90 minuti.

Le indicazioni

Brutalizzando, gli arrivi di Zaro, Bisoli e Blesa hanno dato una nuova dimensione al “pacchetto centrale” del Cesena, impreziosito anche dalla regia mobile di Berti. Partendo da dietro, dopo aver annullato Lind in Coppa, Zaro non poteva non mettersi in tasca anche Di Nardo, alleggerendo il compito ai due braccetti Ciofi e Mangraviti, altrettanto spietati in fase difensiva. Il reparto che ha colpito di più è stato il centrocampo, con le 3B che hanno disintegrato il Pescara: al netto del gol, gentilmente offerto da Desplanches nel secondo tempo, Bisoli ha dimostrato di essere quel tipo di giocatore che un anno fa è tremendamente mancato, il vero mastice di una squadra trascinata dalle idee di un Berti mai così continuo e mai così a suo agio nella prima gara di campionato da play, e da un Bastoni che merita un capitolo a parte. Le qualità dello spezzino sono indiscutibili e ovviamente si percepivano anche nello scorso campionato, corroborate da un ottimo fatturato individuale (4 gol e 3 assist). Solo che un anno fa Bastoni non era stato messo nelle condizioni di esprimersi al meglio, per colpa di alcune scelte estive rivelatesi completamente sbagliate (ricordate l’idea del centrocampo a due con Calò?), mentre quest’anno è salito in cattedra Mignani, che ha cucito addosso al Cesena l’abito giusto: inserito (da mezzala) in un centrocampo molto più dinamico e qualitativo, Bastoni ha dimostrato di essere decisivo con idee e piedi da altissima B. Sulle fasce ha impressionato il passo di Ciervo, che deve migliorare nella scelta finale, mentre il rodaggio di Frabotta procede al meglio, soprattutto in fase difensiva. Infine, l’attacco. Un anno fa Mignani fu costretto ad aggiungere un centrocampista e a varare un 3-5-2 che, dopo il mercato invernale, durò poco più di un mese. La latitanza di Russo e l’infortunio di La Gumina penalizzarono Shpendi, già condizionato da una salute precaria. Oggi il gemello non è più solo e può dividere il campo (e i difensori) con Blesa, una delle sorprese più piacevoli di questo primo mese. I due attaccanti insieme funzionano, perché sanno fare tutto e soprattutto si sono già sbloccati insieme, un’ottima notizia per chi (soprattutto Cristian) vive per il gol.

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