Saric: “Io resterei a Cesena ma non dipende da me”

Ringraziamenti, saluti, auguri e soprattutto speranze: di rivedersi presto. Basta aprire Instagram e sbirciare sotto all’ultimo post di Dario Saric per rendersi conto di una cosa: i tifosi del Cesena si augurano che quello di Catanzaro non sia stato un addio ma un arrivederci. Una settimana fa il centrocampista bosniaco ha chiuso la sua esperienza in Romagna con 16 presenze (nessuna partita saltata dal suo arrivo) e 3 gol decisivi e si è rivelato il miglior acquisto di gennaio. Per il momento torna a Palermo per fine prestito, ma il futuro è ancora tutto da scrivere: nel contratto è stato inserito il diritto di riscatto, ma a una cifra troppo alta che si avvicina al milione di euro. Per rivederlo a Cesena, servirà eventualmente una nuova trattativa.

Saric, l’affetto della gente è il ricordo più bello di questi quattro mesi?

«Sì, io conoscevo il Cesena e questa città ed ero certo che mi sarei trovato bene anche da grande, dopo esserci stato da ragazzino. L’affetto e i ringraziamenti della gente sono l’aspetto più bello di questa storia, sono contento che abbiano apprezzato il mio impegno e anche i risultati della squadra».

Cosa le hanno lasciato il ritorno a Cesena e questa avventura?

«Sono stati mesi intensi e importanti, ho finalmente potuto giocare tutte le partite con continuità, ho segnato qualche gol decisivo e ho ritrovato la Nazionale. Dal punto di vista sportivo sono stati tre mesi pieni, chiusi con la ciliegina: i play-off. A Catanzaro non è andata come volevamo, ma abbiamo giocato una grande gara, che avremmo meritato di vincere».

Lei arrivò a fine gennaio, in un momento cruciale della stagione. Oggi qual è il primo ricordo che riaffiora?

«Ricordo che, dopo la sconfitta di Catanzaro, davanti a noi avevamo un bivio: il derby di Reggio Emilia. Se fosse andata male, avremmo rischiato di farci risucchiare in classifica. Ricordo l’appello degli ultras, l’esodo dei tifosi, la gara sentita. Sono arrivato nel momento migliore, ma anche peggiore della stagione, ma per fortuna abbiamo vinto addirittura grazie a un mio gol. Non potevo chiedere di meglio».

A Cesena si è avvicinato anche alla sua famiglia. E’ vero che a Modena era addirittura in curva ospiti?

«Era da tempo che non giocavo vicino a casa dopo la Turchia e il Palermo e quindi sono sempre venuti dappertutto. Sì, a Modena erano nel settore ospiti. Mia mamma con la mia maglia, poi c’erano mio papà e mio fratello. Nessuno sapeva che era la mia famiglia, ho visto che sono stati fotografati e quell’immagine è un bellissimo ricordo».

Mercoledì sera, guardando Catanzaro-Spezia, cosa ha pensato? Il rimpianto di aver perso a Catanzaro è aumentato?

«Sì, per forza, pensando a come si era messa la partita. Avevamo giocato una grande gara, avuto la chance di segnare almeno tre volte per primi. Anche all’intervallo ci credevamo, eravamo convinti di vincere. Ma questi sono i play-off, un campionato nel campionato dove può bastare un episodio per fare la differenza».

A proposito: da Catanzaro a... Catanzaro, lei ha giocato 16 partite su 16. Qual è stata la gara più bella dal punto di vista personale?

«Scelgo proprio l’ultima al Ceravolo, mi sentivo proprio bene, avevo sensazioni positive e ho sfiorato anche il gol. Avevo una grande voglia di vincere, purtroppo non ci siamo riusciti».

In questi mesi ha segnato 3 gol decisivi che hanno portato 5 punti nelle casse del Cesena. Qual è stato il più importante?

«Per il momento della squadra e del campionato, sicuramente il gol contro la Reggiana, che ha permesso di staccarci dalla zona bassa. Ma anche il gol decisivo contro il Palermo è arrivato dopo alcune sconfitte e ci ha permesso di ripartire. Contro il Frosinone, invece, è stato un gol speciale perché al Manuzzi non avevo mai segnato. Mi è dispiaciuto non aver vinto quella partita, ci avrebbe dato uno slancio ulteriore, ma in quel momento il Frosinone era veramente in forma e lanciato».

Cosa ha scoperto di nuovo di Cesena rispetto a quando è stato qua da ragazzino?

«Nessuna nuova scoperta, ma tante belle conferme: questa è una città perfetta per un calciatore. Ho rispolverato tanti bei ricordi ed è stato davvero un piacere tornare in Romagna».

A Cesena ha ritrovato anche la Nazionale.

«Una grande soddisfazione, a gennaio cercavo un ambiente dove giocare con più continuità anche per tornare in Nazionale e ce l’ho fatta. Ora affrontiamo San Marino e Slovenia per chiudere bene la stagione».

Lei è arrivato in prestito con diritto di riscatto. Per ora torna al Palermo e poi cosa spera che possa succedere?

«Sono un giocatore del Palermo e ho un prezzo di cartellino abbastanza alto, quindi per il riscatto si parlerebbe di un investimento importante. Non è un segreto che io a Cesena sia stato benissimo, quindi mi piacerebbe ritornare e tornerei volentieri, ma in questo momento non dipende da me».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui